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Archive for the ‘Capitoli tratti da “Gli Alieni Mi Hanno Salvato la Vita”’ Category

Carlo Barbera.

Carlo Barbera

Prologo, per mio Fratello

Di Carlo Barbera

La storia di ogni essere umano, lascia una traccia indelebile nell’esistenza collettiva della nostra razza, un solco inciso nella memoria dell’intero Universo che annullando il tempo e lo spazio, diviene patrimonio di conoscenza e saggezza condivisa fino alla radice della materia e dell’energia, fino agli elementi fondamentali della vita cosmica. Ogni essere umano è quindi un protagonista dell’universo e, come tale, creatore e distruttore di vita, di realtà e di mondi.

La storia di Maurizio Baiata è quella di un protagonista, con la sua energia, le sue idee, le passioni, la lotta, le vittorie e le sconfitte, le delusioni e i successi, le gioie e le sofferenze, l’amore. Ha cercato l’amore, Maurizio, quell’amore che “muove i mondi e le altre stelle”, quella forza motrice dell’universo che lo ha voluto protagonista della sua generazione, lo ha chiamato a vivere, tenacemente, lo ha voluto fortemente presente nel suo tempo, come un combattente, come un vero karateka, innamorato della vita perché alla vita riportato da quelle invisibili mani che ora scopre essere state con lui, per lui, mani di amici invisibili che lo hanno amato davvero. (altro…)

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Per il libro “Gli Alieni Mi Hanno Salvato la Vita” chiesi ai miei amici Ernesto Assante e Carlo Barbera, di scriverne la prefazione, non appena avessero letto la bozza della prima edizione. Mi hanno fatto un grande regalo. Due prefazioni bellissime, scritte con il cuore. Ancora adesso, per me, a quattro anni dall’uscita della prima edizione, l’emozione che provo nel leggerle è viva e forte ed è difficile da descrivere. La miglior cosa da fare è condividerla.

Iniziamo con la Prefazione di Ernesto Assante, intitolata “Il Sapere in Una Canzone”.

Ernesto Assante (foto: La Repubblica)

Ernesto Assante (foto: La Repubblica)

Il Sapere in una Canzone

Di Ernesto Assante

Conosco Maurizio Baiata da molto prima che lui conoscesse me. Ero un lettore di “Ciao 2001”, un avido consumatore di letteratura Rock e lui era una delle “figure di riferimento” per me, che sognavo di fare il suo lavoro, il giornalista musicale. Leggendo le cose che scriveva ho imparato a fidarmi di lui, dei suoi pensieri, delle sue idee.

E solo anni dopo, quando l’ho conosciuto davvero ed è diventato mio amico, ho avuto conferma che quello che pensavo era vero: Maurizio vedeva più lontano degli altri. Bene, il libro che state per leggere parla esattamente di questo, di guardare oltre, sempre e comunque, di vedere quello che normalmente non si vede, sentire quello che normalmente non si sente, provare quello che normalmente non si prova. Ovvero la vita di Maurizio Baiata, una straordinaria esistenza che può diventare materia, come in questo caso, di letteratura, di un racconto, di un “romanzo”, fatto però di vita vera e vissuta.

In fondo, fare il critico musicale è esattamente questo, provare a vedere quello che non si vede, a sentire quello che non si sente e raccontarlo agli altri. Maurizio non ha cambiato mestiere affrontando altri argomenti e lo si vede, lo si legge benissimo, nelle pagine di questo libro. Maurizio ci porta altrove, sempre, sia che parli di musica, sia che ci racconti di esperienze sensoriali differenti, sia che parli di UFO. E l’altrove è un luogo meravigliosamente ricco, affascinante, dove non tutti possono, vogliono, riescono ad arrivare. Maurizio vede più lontano, e ci racconta la sua storia, con la semplicità di chi non considera la sua esistenza qualcosa di “strano”, perché è abituato, da sempre, a vedere oltre, a vivere oltre. Il Rock, gli UFO, o qualsiasi altra cosa catturi la sua attenzione, la sua inarrestabile passione, la sua creatività, i suoi sentimenti, diventano immediatamente materia per vivere, per respirare, materia da condividere con gli altri, cibo per la mente e per l’anima.front cover verdechiaro

Ed è di questo che è fatto questo libro. Cibo per la mente e per l’anima, una storia, mille storie che diventano una, percorsi di una lunga avventura fatta di luci, di ombre, di passioni, di sogni, di visioni, di amori, di amicizie, di parole. Bisogna leggerla con il cuore aperto, bisogna provare a vedere oltre quello che Maurizio Baiata scrive, capire cosa scrive, come scrive. Perché la sua è una stupefacente canzone, come quella dei Dead Can Dance che troverete alla fine di questo volume e, in ogni canzone, è nascosta la vita. Non c’è bisogno di credere a quello che leggete. Dentro di voi, come quando ascoltate i brani di Hendrix, o degli Who, o entrate nelle spirali di Terry Riley, sapete già tutto. Tutti noi sappiamo tutto.

Chi è Ernesto Assante

https://it.wikipedia.org/wiki/Ernesto_Assante

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Per ricordare anni in cui nulla poteva fermarci. Buona Lettura!

Maurizio

La copertina del numero 6 del mensile Muzak.

La copertina del numero 6 del mensile Muzak.

Capitolo 4 – L’Epopea di Muzak

Da sempre amo la musica Rock e chi sia in grado di creare e superare la barriera del Suono. Sul finire degli anni Sessanta, il Piper Club di Via Tagliamento a Roma era il cuore delle molte nuove proposte in arrivo soprattutto dalla Gran Bretagna, raramente dagli USA. Fra i gruppi americani ricordo solo i californiani Byrds. Non dimentico invece la minigonna vertiginosa di Nicoletta Strambelli, in arte Patti Pravo sulle pedane del Piper e poi con i Cyan, già voce e arte sexy inarrivabile, la nostra musa di allora. E ricordo la sera in cui suonarono i Pink Floyd. Prima formazione, se non sbaglio con Syd Barrett, forse nascosto da qualche parte. Ufficialmente, se si scorrono le cronache dei tour europei dei Pink Floyd, la prima data italiana riportata è quella del 20 Giugno 1971 al Palasport di Roma. Io li vidi invece al Piper, nel Maggio 1968. (altro…)

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Capitolo 1

Aqualung e il Tunnel di Luce

Jethro Tull-Aqualung

La cover dell’album “Aqualung” dei Jethro Tull, che ha segnato per sempre la vita dell’autore.

Ricordare esattamente la data è impossibile, ma era certamente la seconda settimana dell’Aprile 1971. All’epoca avevo quasi vent’anni e scrivevo per il settimanale musicale Ciao 2001 diretto da Saverio Rotondi, un direttore burbero ma buono che mi diceva sempre che avevo un certo stile, ma dovevo imparare a scrivere in dieci righe quello che avevo scritto in una cartella di trenta, l’arte della sintesi non era il mio forte. Andavo di getto, spesso privo di punteggiatura, sospinto dai suoni stralunato e visionario come le musiche che mi piacevano. Ero fra i collaboratori esterni, con Enzo Caffarelli, Manuel Insolera, Marco Ferranti e diversi altri, il fotografo Piero Togni, mentre in redazione c’erano Tonino Scaroni, Luigi Cozzi e Fabrizio Cerqua. I nostri corrispondenti sarebbero divenuti famosi, anni dopo entrando nella famiglia Arbore: da Londra scriveva Michel Pergolani, Armando Gallo, fotoreporter, andava e veniva da Los Angeles. (altro…)

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Capitolo 11 – UFO e Intelligence

di Maurizio Baiata

Negli anni Novanta e nel primo decennio del 2000 ho avuto modo di incontrare e conoscere esponenti dell’intelligence statunitense che, nel corso della loro carriera militare, hanno avuto a che fare con la questione UFO e Alieni. Stranamente, invece, in Italia solo una volta ho avuto un contatto diretto con una persona operativa in contesti simili, ovvero negli apparati dei servizi segreti italiani. Non ne farò il nome per ovvie ragioni.

È stato lui a farsi avanti, parlandomene apertamente, dopo molti anni di conoscenza fra noi, anni nei quali non mi era mai balenato nel cervello che quell’amico potesse avere una doppia vita. Questo è il primo elemento che mi ha convinto immediatamente della sua sincerità. Se avesse voluto “imboccarmi” a suo tempo, vista la comune frequentazione di ambienti ufologici per due lustri, avrebbe potuto farlo tranquillamente. Evidentemente, in coscienza ha deciso altrimenti solo quando ha avuto la certezza di non correre alcun rischio e di avere di fronte una persona che non avrebbe tradito la sua fiducia. Non mi ha rivelato nulla di pertinente nello specifico delle attività dei servizi segreti italiani connesse al fenomeno UFO. Mi ha detto solo che se ne occupano strutture che non appaiono alla luce del giorno e che gli ufologi tenuti sotto controllo sono quelli più esposti e scomodi. (altro…)

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