Prologo, per mio Fratello
Di Carlo Barbera
La storia di ogni essere umano, lascia una traccia indelebile nell’esistenza collettiva della nostra razza, un solco inciso nella memoria dell’intero Universo che annullando il tempo e lo spazio, diviene patrimonio di conoscenza e saggezza condivisa fino alla radice della materia e dell’energia, fino agli elementi fondamentali della vita cosmica. Ogni essere umano è quindi un protagonista dell’universo e, come tale, creatore e distruttore di vita, di realtà e di mondi.
La storia di Maurizio Baiata è quella di un protagonista, con la sua energia, le sue idee, le passioni, la lotta, le vittorie e le sconfitte, le delusioni e i successi, le gioie e le sofferenze, l’amore. Ha cercato l’amore, Maurizio, quell’amore che “muove i mondi e le altre stelle”, quella forza motrice dell’universo che lo ha voluto protagonista della sua generazione, lo ha chiamato a vivere, tenacemente, lo ha voluto fortemente presente nel suo tempo, come un combattente, come un vero karateka, innamorato della vita perché alla vita riportato da quelle invisibili mani che ora scopre essere state con lui, per lui, mani di amici invisibili che lo hanno amato davvero.
Questo ha cercato Maurizio, più o meno consapevolmente, l’amore che lo ha riportato in vita in quel lontano giorno di tanti anni fa, in cui la vita ha rischiato di perderla, senza sapere che tanto aveva ancora da vivere, che tanto aveva ancora da fare, che tanto era chiamato a compiere perché una realtà imponderabile divenisse manifesta, perché ciò che veniva taciuto fosse rivelato.
Ha cercato l’amore nel suo lavoro di giornalista, là dove dipingeva a parole le evoluzioni spasmodiche e multidimensionali della musica della sua lacerata generazione, là dove si spingeva oltre le nubi, oltre il cielo, scrutando il mistero dei mezzi volanti di origine ignota e dei loro ancor più ignoti piloti, creature viventi di altri mondi, altre realtà, altre dimensioni, manifesti nei cieli della Terra e proprio qui, fra noi.
Così ho visto Maurizio andare, caparbio e a testa bassa verso l’ignoto, con l’incedere di un guerriero che non ha più nulla da perdere, e l’ho visto combattere sì, duramente, e non sempre uscendo vittorioso dalla lotta, ma sempre lottando ad onore del vero. E l’ho visto stringere i denti, serrando la disperazione dentro, chiusa e muta, e graffiare il cielo e la terra, con un amaro sorriso, ma quella, lui sa, è la sua forza e la sua dannazione, la disperazione muta di non incontrare mai il vero amore cercato, di non possederlo, è la forza e il coraggio di continuare a cercarlo.
Nella primavera del 1997 accompagnai Maurizio a conoscere per la prima volta e a intervistare Eugenio Siragusa, famoso e ormai anziano “contattato” dagli extraterrestri dal lontano 1962, anno nel quale Siragusa affermava di aver avuto il primo di una lunga serie di incontri con esseri di altri mondi in missione sul pianeta Terra.
Accompagnai personalmente Maurizio da Eugenio Siragusa avendo avuto negli anni precedenti un’intensa amicizia e un’attiva collaborazione con il contattista siciliano. Lo incontrammo nella sua casa di Nicolosi, alle pendici dell’Etna. Ci accolse com’era solito fare nel suo studio al piano terra e ci trattò amorevolmente come figli, lui anziano padre che aveva molto da raccontare riguardo agli UFO e a quella che lui definiva la “confederazione galattica” in missione sulla Terra. Maurizio visse molto intensamente quella giornata passata insieme perché, mi confidò, Siragusa gli ricordava suo padre, uomo particolare e d’altri tempi, anche lui siciliano ma emigrato giovanissimo in America, che perse, quando ancora era bambino.
La figura di suo padre e gli Stati Uniti nei quali egli visse buona parte della sua vita rappresentano a tutt’oggi le pietre miliari nella ricerca di Maurizio delle proprie origini. Come fece suo padre, e come leggeremo in questo libro scritto a cuore aperto, egli visse in America alcuni anni importanti della sua vita e tuttora vi risiede, forte della sua disperazione di uomo alla ricerca dell’amore e delle proprie origini.
Ma gli Stati Uniti hanno questa volta voluto fare un dono a Maurizio, non risparmiandogli tuttavia amare esperienze e difficoltà solo apparentemente insormontabili e solo apparentemente contrarie alla direzione della sua ricerca. Ha ricevuto un dono meraviglioso, quella della consapevolezza. Con il provvidenziale aiuto di Ruth Hover che, come descritta dal lui stesso, è persona competente, responsabile e, cosa molto importante e rara per chi vuole aiutare gli altri nelle esperienze di contatto e abduction, dotata di una vasta consapevolezza, egli è riuscito ad aprire quella porta che gli ha dato accesso al suo mondo interiore, alla sua consapevolezza più profonda. E a ricordare ciò che probabilmente lui stesso aveva voluto nascondere negli anfratti più segreti della sua memoria. Aprendo quella porta, Maurizio ha finalmente iniziato una nuova fase del suo percorso, alla quale forse era predestinato fin dall’inizio dei suoi giorni in questo mondo, quella dell’incontro.
Perché quando si varca quella porta e si entra dentro se stessi, si percorrono a ritroso i passi compiuti e si illuminano alla luce della consapevolezza i connotati oscuri del proprio essere, si genera uno straordinario processo di riunificazione del Sé con le proprie radici, con l’amore che genera e alimenta la vita, con la propria natura multidimensionale che rende l’individuo sintesi ed espressione dell’intero universo.
Nel suo viaggio all’interno di sé egli incontrerà suo padre, che in lui sarà presente, nei suoi occhi, nel suo cuore, nei nuovi passi che compirà, nella vita che il suo amore originerà, perché l’amore che ora lascia scorrere nelle sue vene diverrà la forza motrice di ogni sua azione e la forza coesile che renderà sacra e duratura ogni cosa che da lui si renderà manifesta. Incontrerà quegli esseri avvolti dal mistero, ora che, grazie alla sua scelta di aprire quella porta interiore, cominciano a rivelarsi a lui, lasciando trasparire i connotati del loro essere, la sostanza stellare della quale, come lui, come tutti, essi sono costituiti. Ne conoscerà gli intenti, la volontà, lo spirito che li anima, ora che la paura si dirada e lascia spazio alla fiducia, ora che comincia a comprendere che l’ombra e tutti i demoni che vi prendono dimora, altro non sono che la sua stessa energia vitale relegata nel regime caotico dell’inconsapevolezza.
Non è un augurio che faccio a Maurizio, è una certezza la mia, dichiarata a ragion veduta. Come è una certezza il fatto che in quel momento avrà un’altra sorpresa. Ovvero che tutto ciò che ha da sempre cercato, per cui ha combattuto e si è disperato, è sempre stato lì, a portata di mano, non dissimile né separato da se stesso, presente nella sua coscienza e lo ha sorretto e guidato attraverso la sua rocambolesca esistenza. Era la speranza di raggiungere il suo obiettivo, che invariabilmente genera la paura di non raggiungerlo e di perderlo, a tenerlo lontano dalla chiarezza e dalla certezza che tutto ciò che stava cercando, non lo ha mai lasciato, neppure per un attimo, che da sempre è stato parte di sé, luce del suo firmamento interiore.
Infine vorrei riferirmi a un’ultima nota, un’osservazione che la dottoressa Ruth Hover gli ha fatto pervenire, e che non cito per rispetto del Lettore, che potrà arrivarci seguendo gradualmente il percorso di vita narrato dall’Autore nelle pagine del suo libro. Sì, è la preziosità e la purezza dell’oro forgiato dal fuoco, il simbolo che rappresenta il nuovo cammino che ora il nostro caro amico e fratello dovrà compiere. Negli occhi risplenda il lucente colore dell’oro, riflesso interiore di un universo che ci attende, meravigliosa presenza di luce che tutti noi siamo, in questo preciso momento.
Buon Viaggio, Maurizio.
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