Questo articolo, che propongo sotto forma di Editoriale, è stato rivisto e corretto solo in piccola parte. La sua prima pubblicazione, su altra piattaforma informativa internet, risale a oltre un anno fa. Da allora, le cose non sono affatto cambiate. Anzi!
Business is business, dicono negli USA e, se ci spostiamo da Wall Street a un qualsiasi resort e complesso alberghiero che in Italia ospiti conferenze, seminari e corsi tenuti dai grandi guru della New Age, soprattutto statunitense, è facile rendersi conto che “New Age is business”. In tempo di libero mercato tutto è consentito e se alla domanda si risponde con offerte da pagare a peso d’oro, non saremo noi a fare i moralisti, in giro ce ne sono già abbastanza.
Una domanda è lecita. Perché l’Italiano appassionato di materie e discipline alternative è disposto a sborsare i tanti euro che servono per partecipare come spettatore alle eroiche kermesse dei loro santoni d’oltre oceano e invece, ai massimi esperti internazionali di ufologia, di scienze di frontiera e di controinformazione chiede solo sacrifici ed effimera gloria?
Uno degli aspetti più sconcertanti del variegato mondo della New Age, riguarda il business che nel nostro Paese vi ruota intorno. New Age… suggestivo, ma chimerico termine che indica in senso lato uno sventolio di stendardi che inneggiano soprattutto alle potenzialità e allo sviluppo globale dell’individuo. Quell’essere umano che oggi, nel pieno della Nuova Era dell’Acquario iniziata con gli hippies degli anni Sessanta, ha le facoltà e il dovere di formarsi e migliorarsi attraverso l’approfondimento di pensieri e la pratica di tecniche le cui radici affondano nella Metafisica e nella Spiritualità.
E il cui obiettivo primario e immediato è il sano e consapevole riequilibrarsi con il mondo circostante, l’adoperarsi per il bene proprio e altrui, in armonia con se stessi, con il pianeta e con l’Universo. In tal senso le distanze che ci separano dal raggiungimento della cosiddetta “Illuminazione” (Samadhi) non sembrano così incolmabili e, soprattutto, ci si accorge che tutto ciò che è portatore di una crescita interiore diviene anche un vettore per il benessere biologico della persona.
Per questo, nella New Age, sono proposti approcci poliedrici e gli operatori “olistici” – per definizione esperti multidisciplinari – si occupano di tutto ciò che non si ferma davanti ai limiti e non si incardina nella ferraglia della ragione occidentale, ma percorre territori che vanno dalle filosofie orientali alle terapie di guarigione psicofisica e di risveglio coscienziale, dal partecipare alla dinamica della trasformazione planetaria al ricollegarsi allo sciamanesimo, dalla meditazione al Reiki, dalle medicine alternative ai viaggi astrali, dalle tecniche del corpo alle arti marziali soft, sino al Channeling, ovvero lo stabilire contatti con entità canalizzate non esistenti nel nostro piano di realtà conosciuto. (altro…)
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