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UFO: FLUSSI E RIFLUSSI STORICI

Fare il punto sullo stato dell’ufologia oggi, è cosa difficile almeno quanto capire cosa sono queste cose che sfrecciano sulle nostre teste ignare, ovvero l’oggetto di studio di tale pseudo scienza. Innanzitutto, bisognerebbe fare una guerra alla chiarezza. Già, una parola. Partirei con due domande essenziali.

“Da dove ho preso la notizia?” e “Chi lo ha detto?”.

Alla prima domanda dovrebbero rispondere tutti i seri ricercatori. Citare la fonte, è una operazione dovuta da parte chi volesse dare una certa serietà ai suoi studi. La fonte principale di ogni ricerca è la cronaca del fatto, dalla quale si parte per verificare l’attendibilità del fatto stesso. Tizio è testimone di un evento aereo inesplicabile e lo racconta a caio, che di mestiere fa il giornalista che ne riporta i dati sul suo pezzo, magari caricando, abbellendo, lasciando suggestioni, ipotizzando possibili interpretazioni. Ecco, a questo punto l’ufologo scende in campo e che fa?

Per l'Autore di questo articolo, l'ufologia versa in condizioni... critiche.

Per l’Autore di questo articolo, l’ufologia versa in condizioni… critiche.

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Nelle nostre conferenze si affrontano tematiche che superano le frontiere dell’Ufologia canonica, per orientarsi su versanti della ricerca, dell’informazione e del pensiero più aperti e multidisciplinari. Le tematiche si intersecano attraverso approcci multidisciplinari. Certo, langue la collaborazione con gli ufologi ancorati alla razionalità a tutti i costi che rifiutano, tout court, quanto non appare spiegabile e/od omologabile in un senso o nell’altro. Ed è un male perché fin quando queste condizioni di mancata collaborazione prevarranno non ci sarà la necessaria unità di intenti per informare la gente più efficacemente, favorendo il processo del Disclosure, la divulgazione palese delle conoscenze su UFO e Alieni che restano privilegio di apparati spesso sovranazionali e/o occulti che da sempre se ne occupano e ostacolano in ogni senso l’emergere delle verità. A farsi vedere divisi, molti ufologi ancora non capiscono che i primi ad essere danneggiati sono proprio loro, assoggettandosi al gioco del sistema.

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Questo articolo, che propongo sotto forma di Editoriale, è stato rivisto e corretto solo in piccola parte. La sua prima pubblicazione, su altra piattaforma informativa internet, risale a oltre un anno fa. Da allora, le cose non sono affatto cambiate. Anzi!

Business is business, dicono negli USA e, se ci spostiamo da Wall Street a un qualsiasi resort e complesso alberghiero che in Italia ospiti conferenze, seminari e corsi tenuti dai grandi guru della New Age, soprattutto statunitense, è facile rendersi conto che “New Age is business”. In tempo di libero mercato tutto è consentito e se alla domanda si risponde con offerte da pagare a peso d’oro, non saremo noi a fare i moralisti, in giro ce ne sono già abbastanza.

Una domanda è lecita. Perché l’Italiano appassionato di materie e discipline alternative è disposto a sborsare i tanti euro che servono per partecipare come spettatore alle eroiche kermesse dei loro santoni d’oltre oceano e invece, ai massimi esperti internazionali di ufologia, di scienze di frontiera e di controinformazione chiede solo sacrifici ed effimera gloria?

 Uno degli aspetti più sconcertanti del variegato mondo della New Age, riguarda il business che nel nostro Paese vi ruota intorno. New Age… suggestivo, ma chimerico termine che indica in senso lato uno sventolio di stendardi che inneggiano soprattutto alle potenzialità e allo sviluppo globale dell’individuo. Quell’essere umano che oggi, nel pieno della Nuova Era dell’Acquario iniziata con gli hippies degli anni Sessanta, ha le facoltà e il dovere di formarsi e migliorarsi attraverso l’approfondimento di pensieri e la pratica di tecniche le cui radici affondano nella Metafisica e nella Spiritualità.

E il cui obiettivo primario e immediato è il sano e consapevole riequilibrarsi con il mondo circostante, l’adoperarsi per il bene proprio e altrui, in armonia con se stessi, con il pianeta e con l’Universo. In tal senso le distanze che ci separano dal raggiungimento della cosiddetta “Illuminazione” (Samadhi) non sembrano così incolmabili e, soprattutto, ci si accorge che tutto ciò che è portatore di una crescita interiore diviene anche un vettore per il benessere biologico della persona.

Per questo, nella New Age, sono proposti approcci poliedrici e gli operatori “olistici” – per definizione esperti multidisciplinari – si occupano di tutto ciò che non si ferma davanti ai limiti e non si incardina nella ferraglia della ragione occidentale, ma percorre territori che vanno dalle filosofie orientali alle terapie di guarigione psicofisica e di risveglio coscienziale, dal partecipare alla dinamica della trasformazione planetaria al ricollegarsi allo sciamanesimo, dalla meditazione al Reiki, dalle medicine alternative ai viaggi astrali, dalle tecniche del corpo alle arti marziali soft, sino al Channeling, ovvero lo stabilire contatti con entità canalizzate non esistenti nel nostro piano di realtà conosciuto. (altro…)

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Non mi stancherò mai di ripetere che le esperienze di Contatto/Abduction rappresentano il punto di svolta delle ricerche in campo ufologico. Lo sostengo da anni perché sono convinto che tali esperienze schiudano scenari rivoluzionari, anche se la scienza ufficiale e l’ufologia tradizionalista preferiscono non tenerne conto. Posizioni di comodo, ma decrepite e superate dalla realtà dei fatti, queste ultime.

Come si fa a non cogliere nelle persone la crescita di coscienza, dimostrata in ogni occasione di incontro, conferenza e seminario e il costante aumento di interesse per i fenomeni di Contatto e per il loro evolversi nei nostri tempi di oggi? Come si fa ancora ad accettare di farsi sfinire da esposizioni nozionistiche e da spiegazioni convenzionali o meno del fenomeno UFO e della sua Storia? Semplice, basta fare un passo avanti e due indietro, a testa bassa e con i paraocchi. (altro…)

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Sarebbe anche l’ora di aggiornare questo blog, mi son detto. Il che mi ricorda un mio vecchio collaboratore, eravamo nella redazione di un giornale musicale negli anni Settanta, che scrisse che il musicista tal dei tali “era stato notato per la sua assenza dal palco”... superba contraddizione in termini. Cerco allora di porre rimedio, sollecitato da chi mi ha fatto notare che da tempo non pubblico su queste colonne. Il che non va, oggettivamente. Ci sono però momenti e periodi, brevi, medi o lunghi che siano, nei quali la scrittura non esce. Non escono neppure un titolo, o un pensiero che non si atrofizzi nei post fulminei di Facebook o di un forum che si sia soliti frequentare e dove fra scontri e incontri basta aver detto qualcosa e la coscienza  è salva. Già. Il silenzio è d’oro e quando non si ha granché da dire, meglio stare zitti. Preferisco così. (altro…)

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