Intervista esclusiva al grande attore – Originalmente pubblicata su “OZ Orizzonte Zero” n. 10, Gennaio 2022
di Maurizio Baiata
23 Gennaio 2023
Abbiamo parlato con Enrico Montesano, da tempo schierato a favore della libertà di espressione, deluso da un Paese reso irriconoscibile dalla tracotanza di potere e dimentico dei principi della convivenza democratica e civile. Per questo, il grande attore ha scelto un esilio volontario dalle scene e percorre i sentieri tortuosi della comunicazione con lo sberleffo, la satira, la riflessione fulminante.
Maurizio Baiata: Buongiorno Enrico, sono Maurizio Baiata.
Enrico Montesano: Buongiorno, ma scusi non ho capito, lei chi è, Maurizio Baiala…
Maurizio Baiata. Avevamo stabilito di sentirci oggi alle 12.
Ma questa che radio è….
Non è una radio, è una rivista mensile, OZ Orizzonte Zero. Sarei il direttore e ho 70 anni.
Ah, allora va bene.
Enrico mi devi scusare, se ci diamo del tu.
Sì, ma mi raccomando, vorrei leggere il testo prima della pubblicazione, visti i tempi che stiamo vivendo e quello che mi è successo nell’ultimo mese, perché se fa uno starnuto uno qualunque rimane uno starnuto, lo faccio io, diventa un affare di stato nazionale. Dopo 52 anni, di attori come noi ce ne sono rimasti pochi, quindi quello che dico io ha una risonanza e i miei legali mi hanno pregato di leggere attentamente sempre prima quello che…
Sarà fatto. La nostra linea editoriale da alcuni mesi e dopo la prima copertina dedicata a Massimo Mazzucco e quella successiva a Nandra Schilirò (qui sotto, nella foto di Fabio Federici), Facebook ha posto alcuni blocchi, poi rimossi e ha lanciato avvertimenti, segno che diciamo cose interessanti.

Sì, perché tutto ciò che esce dal politicamente corretto, dal pensiero unico… dà noia. Loro drizzano le antenne e dirigono certe attenzioni non piacevoli verso alcune persone, attività, siti web o riviste.
Riviste in edicola e organi di stampa che dicano quello che sta accadendo e riportino i fatti nei termini della cronaca, ce ne sono poche.
Hai ragione, qualche piccolo spiraglio si ha con “La Verità” di Belpietro e col programma di Mario Giordano. Per il resto abbiamo una uniformità e un asservimento totali.
Beh, comunque in Italia siamo bravissimi, per noi è un bel primato nel mondo occidentale.
Noi sì, ci uniformiamo completamente… per 20 anni cosa abbiamo fatto? All’epoca quanti erano i fascisti? Trenta, 40 milioni, poi improvvisamente sono diventati 40 milioni di antifascisti. Un po’ è il carattere, la mentalità italiana. Però, devo dire che cercato di capire e mi ha sorpreso molto quando, il giorno dopo, sono usciti tutti di casa con una pezza in faccia, era là che bisognava rifiutarsi.
Al di là della caratura artistica e dell’umanità che hai sempre espresso, ci si aspetterebbe che il mondo della cultura e dell’arte avvertisse la responsabilità di comunicare con la gente, visto che si ha una credibilità nei confronti delle persone…
Certo, ma forse… le persone, gli artisti non vogliono perdere le posizioni di vantaggio acquisite, cioè il contrasto, mettersi contro non ti dà vantaggi. Come ben vedi, oggi c’è la satira “a culo caldo” come la chiamo io, ovvero la satira contro chi si oppone al potere, mentre è sempre stata contro chi il potere lo detiene. Oggi invece la satira si fa contro i pochi che contrastano il regime, la situazione attuale. I comicucci di regime, tutti servi, c’è una servitù volontaria. Sai quel bellissimo libretto, il discorso di Étienne de La Boétie “La Servitù Volontaria”. Ecco, è questo, nessuno si schiera contro perché poi non trae alcun vantaggio da quella posizione.
Però, la generazione dei personaggi usciti ad esempio dalla scuola di Renzo Arbore…
Ma io dico, datemi un Gian Maria Volonté, dov’è un Volonté e dove sono tutti i miei colleghi che si batterono con il sindacato degli attori italiani per la questione Voce/Volto (Volonté fu alla testa della battaglia contro il doppiaggio italiano, N.d.R.) per i diritti degli attori. Oggi gli attori sono massacrati. O “magni sta minestra” per dirla alla romana, o ti butti dalla finestra.
Invece, quanti sono gli attori che si sono scagliati contro i resistenti, i consapevoli… non mi piacciono le definizioni che decidono i media di regime, no vax, no mask, no green pass, accomunando tutti i cittadini che oppongono un minimo di resistenza, che contrastano, che avanzano critiche. A loro volta, gli attori che hanno criticato questi cittadini hanno poi avuto bei vantaggi. Io li vedo in televisione, fanno serie TV, presentano, sono invitati, ecco il motivo per cui è difficile esporsi e andare contro.
Però, la generazione dei personaggi usciti ad esempio dalla scuola di Renzo Arbore…
Ma io dico, datemi un Gian Maria Volonté, dov’è un Volonté (nella foto sotto, nel ruolo di Bartolomeo Vanzetti, pubblico dominio) e dove sono tutti i miei colleghi che si batterono con il sindacato degli attori italiani per la questione Voce/Volto (Volonté fu alla testa della battaglia contro il doppiaggio italiano, N.d.R.) per i diritti degli attori. Oggi gli attori sono massacrati. O “magni sta minestra” per dirla alla romana, o ti butti dalla finestra.

Benissimo. Il che vuol dire che fra l’arte, che è una forma di comunicazione che dovrebbe scaturire dal cuore e…
Essere libera.
Ma quando in un giornale si fanno le riunioni di redazione, te lo vedi il direttore che comincia a dire “allora tu caporedattore degli Spettacoli di che parli?” – Risposta: del covid. “E tu agli Esteri come apri?” Col covid… non esiste più il giornalista che dovrebbe proporre al direttore diverse notizie di prima pagina e invece non lo fa, sono due anni che è tutto omologato.
Io spero che la gente si stanchi. Anche chi la pensa come loro. Prima o poi spero che il pubblico, lo spettatore, il lettore si stanchino di sentire notizie monotematiche. Tutto in una unica direzione, senza contraddittorio… Ah, c’è però il trappolone di certe televisioni generaliste nazionali che invitano una persona contraria alla linea, un giornalista, un medico, un personaggio dello spettacolo, qualcuno come me – due o tre bravi – di non conforme al pensiero dominante, nella speranza che tu possa dire qualcosa. Appena riveli qualcosa… ti scagliano addosso tre doberman, tre mastini, è sempre tre contro uno, anche quattro, alle volte è il conduttore stesso a scagliarsi contro il malcapitato ospite, che è una voce di libertà. In questo modo fai il gioco della rete, perché fanno ascolto, fanno la trasmissione…
D’altra parte la cosa più semplice è il debunking, la pubblica demolizione della reputazione…
… Dell’avversario.
Ѐ il loro sport preferito. Prendi il caso di Montagnier.
Loro ne traggono dei vantaggi, vivono di questo. Chi vive della calunnia, o calunniando gli altri si descrive da sé. Adesso i vincitori sono loro e sono anche padroni della verità. Ti sto per leggere un verso, una riga della prefazione de “I Sommersi e i Salvati” di Primo Levi: “In ogni modo il vincitore è padrone anche della verità. La può manipolare come gli pare”. In questo momento loro sono i vincitori perché detengono il potere, tutti i mezzi di comunicazione, a malapena prima abbiamo citato una testata e mezza che si differenziano. Loro dicono delle cose di un’enormità spaventosa, ma nessuno osa controbattere.
Qualcuno di noi continua a dire “guardate che il Re è Nudo” però siamo soffocati, è una cecità della massa, la servitù volontaria menzionata prima e di cui ho letto nel mio canale youtube. Sono stato attaccato soltanto perché avevo menzionato il contenuto di un articolo del quotidiano Il Tempo, a firma del direttore Bechis, che riportava i dati dell’Istituto Superiore della Sanità. Ecco, un inviato di una trasmissione… che non menzioniamo per evitare reazioni sconsiderate, un inviato che va nelle piazze – lo hanno fatto in due puntate – spero che la sete di vendetta si sia placata – sai, uno di quegli inviati che vengono zittiti, comandati a bacchetta a distanza e anche maltrattati dal conduttore, io li chiamo “il banalino di coda”, beh lui che fa? Attribuisce a me i dati dell’ISS e dice all’intervistata: “signora, lei è molto arrabbiata, vero, con Montesano per quello che dice”, suggerendo anche la risposta. Sapete cosa vi dico? Che voi ve la prendete con un altoparlante, un amplificatore, io sono stato solo un ambasciatore della notizia. Se la prendono con chi ha amplificato, chi ha trasmesso la notizia. Cioè un megafono. Prendetevela con quello che ci parla dentro.
Facciamo un’astrazione un attimo… Tu sei stato protagonista di uno dei film cult per eccellenza… inutile anche starlo a menzionare, a fianco di attori formidabili…
Sì e pensa tu, pure quel film è stato usato per darmi addosso.
In che senso?
Un senatore, o un deputato del Parlamento Italiano, che non nomino, ha detto: «Mah, uno che ha fatto “Febbre da Cavallo”…»… Ma magari l’avessi fatto te!!!
Risate
Ѐ un capolavoro, che ci vuoi fare e dopo 40 anni la gente ancora ride quando lo vede.
Il tecnico qui in studio che ci segue, sta facendo segni di giubilo.
Ma sì, a quello sarebbe da risponneje come Mandrake e er Pomata, o il povero Francesco De Rosa: “Ma fallo te, sei capace a fallo? Ma tu ch’hai fatto in 40 anni pe’ la Repubblica Italiana? Sta cippa de gnente. Hai solo preso i sordi e hai detto un po’ de fregnacce”. Scusa il romanesco, ma in questo modo lui non solo ha offeso due grandi attori che non ci sono più. A parte il grandissimo e straordinario Gigi, ma anche il buon Francesco De Rosa che era un grande attore di prosa, ma hai offeso pure i milioni di spettatori che amano “Febbre da Cavallo”. E tu mi devi offendere perché ho fatto un film di enorme successo come “Febbre da Cavallo”? Beh hai detto proprio una boiata.
Uno scatto di scena di “Febbre da Cavallo” il film (1976) di Steno con da sinistra, Mario Carotenuto, Gigi Proietti, Francesco De Rosa ed Enrico Montesano.

Sai a cosa volevo arrivare? Rispetto a un cast di quel livello… al fatto che forse sarebbe bene che alcuni di voi, vi riuniste a mo’ di carbonari, sai una cellula di attori clandestini…
Questa è una buona idea… (ride)
Che a un certo punto, vi ritrovate in un seminterrato, e mandate messaggi alla popolazione con le vostre voci – dato che siete ahimé talmente riconoscibili – e dite le cose che vanno dette. “Febbre da Cavallo” non è soltanto la presa in giro di un determinato tipo di Italiani, ma anche la capacità di giocare…
Scusami se ti interrompo. Era la descrizione di un ambiente, fatta però con affetto. Non prendevamo in giro i giocatori di cavalli, era un atteggiamento di comprensione verso di loro, pur denunciandone ironicamente certi difetti. Abbiamo descritto un mondo che è sparito, che non c’è più.
Forse alla stessa maniera bisognerebbe mettersi insieme, senza apparire…
Sono d’accordo. La pensiamo allo stesso modo e questo mi fa piacere. Io non faccio più i video di letture. Faccio degli audio. L’altro giorno ho letto il mio ultimo audio che sta su Telegram, evito fognabuk e molti
mi dicono, perché non rifai i video? Non rifaccio i video perché non voglio che sul mio palcoscenico salga una persona per offendermi. Dicono: “Ma tu fai solo Telegram, noi così non possiamo commentare”… “Ce rimette il giusto pé l’ingiusto”, come diciamo noi a Roma. Mi dispiace per te, cara Fiorella, Antonietta, tante ragazze e signore che mi scrivono, mi seguono più di 250 mila persone, quindi come faccio io a rispondere a tutti? Io sono un autarchico, non ho segretarie, lacché e servitori, quindi faccio da me. Ci rimettono alcune persone è vero, ma io ti presento una mia lettura su Telegram. L’altro giorno ho letto un brano di Giuseppe Prezzolini, molto bello, parla di com’era l’Italia, com’erano gli Italiani.
Qui sotto, uno scatto di scena di “Febbre da Cavallo” (1976) il film di Steno. Da sinistra, Mario Carotenuto, Gigi Proietti, Francesco De Rosa ed Enrico Montesano.
Oggi non so se farò un’altra lettura, vorrei leggere qualcosa da “Sommersi e Salvati” di Primo Levi perché in questo momento mi sento un sommerso e vorrei essere salvato, insomma… a parte che Primo Levi è un grandissimo scrittore, è bello leggere, meditare e riflettere, per esempio lui dice una cosa che oggi si adatta, lo sai?
Sarebbe?
“Molti sanno poco, e pochi sanno tutto”.
Verissimo.
E la scrive negli anni Ottanta, nell’83 credo, “Sommersi e Salvati” è il suo secondo libro, in cui ripensa alle sue vicissitudini, si riferisce alla sua situazione, alla sua storia, ma è una frase che si adatta benissimo al momento attuale, vero? Molti sanno poco, perché queste persone non sanno. E quindi credono a quello che arriva attraverso la micidiale propaganda… capisci?

La propaganda. Il che ci riporta ad aspetti di noi come esseri umani, dotati apparentemente di coscienza e mossi da un’energia vitale. Mi riferisco a una risposta di Nandra Schilirò che fra poco si ritroverà a Firenze con non si sa quante migliaia di donne… è l’energia femminile che dovrebbe riportare un po’ di equilibrio, perché quella maschile…
Ma l’uomo è diverso, meglio lasciarlo perdere. Ma la donna è madre, allora tu madre accetti che tuo figlio venga sottoposto a queste vessazioni?
E non ti vengono in mente le Madri di Plaza de Mayo, le madri dei desaparecidos argentini…
Eccome no.
La rivoluzione la fecero loro, che osarono chiedere: “I nostri figli dove sono?”.
Sì, le coraggiose Madri di Maggio. Ma infatti dico, le mamme sono state plagiate anche loro? Io mi rifiuterei di riempire mio figlio appena nato di dieci vaccini, perché sono obbligatori, dopo l’infausto accordo che fece la sventurata Beatrice, lasciamo perdere il soprannome che le ho dato. Oggi guai a dire che tu su alcuni vaccini hai delle perplessità. Siamo dominati dagli interessi delle grandi case farmaceutiche. Dovremmo analizzare assieme a medici e ricercatori seri i vaccini necessari. Perché tutti, su qualunque mezzo di comunicazione, quando iniziano a parlare, dicono: “premesso che io non sono contro i vaccini”, perché lo devi dire, sennò sei bollato, sei un apostata, vai contro i vaccini, sei un appestato…
Non puoi neppure dire free vax e che ognuno ha libertà di scelta.
No che non puoi. Noi siamo per la libertà, però non basta. Devi dire “io non sono contro i vaccini” se vuoi cominciare a parlare. Io replico, “quando dite no vax, dite una boiata”, perché io di vaccini me ne sono fatti quattro o cinque, tutti me li sono fatti, i vaccini storici. Ecco, io sono per il vaccino storico, ammesso e non concesso che anche questo non provochi qualche reazione avversa. Diversi medici affermano che l’antipolio ha generato dei problemi e, se leggiamo un libro un po’ scomodo forse, “Nemesi Medica” di Ivan Illich, non so se si pronuncia Illicc, perché se è tedesco dicono che deve essere dolce… m’hanno corretto pure su Illich, secondo loro dovrei essere un tuttologo… ho letto un nome tedesco e quelli da fognabuk attaccano “no! Il tedesco è dolce!” e chissene frega che è dolce, ma a me il nome mio quando vado in America o in Inghilterra me lo storpiano. Quindi come direbbe Femo Blas (il rapper interpretato da Montesano, N.d.R.), “Non me rompete er ca”. Dunque, Ivan Illich in “Nemesi Medica” dice che nonostante l’avvento dell’antitubercolosa, la tubercolosi stava diminuendo naturalmente e alla questione dedica un capitolo includendo anche un grafico.
Perché accade così, per le migliorate condizioni di vita, o alimentari, o di igiene… ma se queste cose le prospetti anche timidamente, poi ti mettono a tacere. Lo hanno fatto con il dottor Citro, la dottoressa Bolgan, all’inizio lo diceva anche Tarro, il professor Montagnier, tutti questi emeriti riconglioniti (definizione del professor Bassetti, N.d.R.) e mettiamoci anche Didier Raoult e una flotta di medici tedeschi, americani, inglesi, il dottor Christian Vélot, beh io sulla mia pagina li ho pubblicati tutti.
Poi bisogna premettere: “Io non sono un medico” così tutti ti possono dire: “Allora perché te parli di macchine, che sei un ingegnere meccanico, automobilistico? No. Allora stai zitto”. E se tutti parlano di calcio, dicono: “Perché sei un allenatore tu, sei un preparatore atletico? No. Allora statti zitto!”. E invece, vuoi sapere perché noi parliamo di cose che non sappiamo? Vivaddio! Ne parliamo perché ci facciamo una nostra opinione. Più o meno corretta…
Perché cerchiamo di informarci.
Esatto!!! Loro non suppongono che io possa aver letto qualche libro o aver avuto varie conversazioni con medici, come la dottoressa Antonietta Gatti, che è una ricercatrice, una scienziata, il dottor Montanari, il dottor Amici, un vero combattente, il dottor Roberto Petrella.
La dottoressa De Mari è fortissima.
Ah, Silvana De Mari! Ho parlato con lei ieri al telefono. Una donna straordinaria. Il virus non si sconfigge!
Un virus la cui natura ed esistenza sono ancora da determinare.
Quindi loro partono da un postulato completamente errato, ma accettato supinamente, che il virus si deve sconfiggere. I virus non si sconfiggono. Questa cosa è sfuggita di bocca anche a Walter Ricciardi in un’intervista, esiste il video, basta cercarlo. Ricciardi, era intervistato da uno di questi mezzibusti venduti, collaborazionisti colpevoli e responsabili, peggio del regime di Vichy, che gli chiedeva: “Ma dottore, il vaccino va bene?” Lui rispondeva “No, perché il virus, quando il vaccino entra nel corpo, l’antigene, l’effetto del vaccino… il virus lo incontra e siccome il virus vuole vivere, lo aggira”. Ha usato questa parafrasi, lo aggira che vuol dire? Che il virus si modifica. Eccoci! A un medico vero, ogni tanto gli sfugge, la verità, può scappare. Il virus si modifica. E quindi? Lasciatelo perdere. Deve perdere carica virale. Avevamo detto, molti sanno poco e pochi sanno molto. E quei pochi che sanno molto continuano a dire falsità perché evidentemente sanno cose che noi non sappiamo.
E la Chiesa? Onnipresenti su tutto, il divorzio, l’aborto, tutte le grandi questioni da loro affrontate sino a qualche tempo fa, ma per quanto riguarda questa… da loro sono arrivate solo delle encicliche con cui hanno dichiarato: ha ragione la Scienza. Hanno dato alla scienza di Stato il crisma del dogma.
La Chiesa che ha sempre combattuto la Scienza, Galileo ci ricorda qualcosa. La questione non chiara è che si usino parti, elementi… no, sono linee genetiche, di feti abortiti. Cosa vuol dire linee genetiche. Esce una notizia, subito dopo dicono che è falsa, per creare confusione. Anche quando non è una falsa notizia. Ma no, sono dei feti abortiti, conservati, degli anni ’60. Ma come li hanno conservati negli anni ’60? C’erano già questi metodi di conservazione? Se sono un cattolico apostolico romano, un credente e si parla di feti abortiti, per motivi religiosi io questa cosa posso rifiutarla. Sono un obiettore di coscienza. Posso esserlo, a ragion veduta. Perché è nella dottrina, allora non posso dannare la mia anima per un’iniezione. Siccome sono profondamente cristiano – la distinzione fra cristiano e cattolico mi sembra fondamentale – nato cattolico, mi sono meravigliato quando a Pasqua del 2020, mi pare, ho trovato la mia chiesa chiusa il Venerdì Santo per motivi sanitari. La prima volta da quando esiste la Religione Cristiana. Madre Teresa andava in mezzo ai lebbrosi, San Francesco abbracciava gli infermi, nessun prete è andato a confortare le persone malate e sottoposte a una cura errata. Nessuno lo può dire, perché lì ci saltano addosso…
Vuoi dire che questo non possiamo scriverlo?
No. Lo dicono tutti: nessun sacerdote è andato a confortare i malati. Ricordo che non potevano avvicinarsi, gli passavano le cose attraverso la plastica, mi sembrava tutta una grande messinscena. E qualcuno mi urla addosso: “No! Dicendo così non si rispettano i morti”. Io, stavo citando un articolo di un giornale che riportava i dati statistici dell’Istituto Superiore della Sanità – una cosa che la figlia di un Generale ucciso dovrebbe ben capire – e lei mi ha apostrofato, perché io non rispettavo i morti. E l’altro, un senatore che non voglio nominare, e un deputato, non so quali vantaggi abbiano tratto l’Italia dal loro operato di grandi statisti. Ehhh, ci sono stati i morti. La retorica dei morti. Quei poveretti stavano male e lasciati soli non hanno avuto un conforto religioso, beh, i primi che non li hanno rispettati siete voi. Perché gli avete dato una cura errata, tachipirina e vigile attesa. Li avete intubati, che non era necessario, li avete fatti morire. Dopo qualche mese hanno scoperto che: “no guarda, così gli bruciamo i polmoni, quelli hanno degli emboli polmonari”… e allora? Ve la prendete con chi indica la Luna con il dito, guardate il dito e non guardate la Luna. Noi stiamo indicando la Luna, guardatela! Non capisco questa cecità volontaria.
Ci sono momenti nella vita che fanno davvero pensare. Mi colpisce il fatto che ci sarà Robert F. Kennedy Jr. a Milano.
Ah sì, Dio lo benedica!
Pensi che abbia scelto lui di venire in Italia, oppure…
Ѐ un segnale forte. Ha capito che qui si gioca una partita importante. Quello che a molti invece sfugge.
Se il Presidente Kennedy, a Dallas, sotto fuoco incrociato, viene fatto fuori, evidentemente ci sono delle ragioni.
Ecco, ma noi abbiamo creduto anche a quella favola! Crediamo alle favole. Non sono parallelismi azzardati. Levi diceva: “Hanno fatto finta, i Tedeschi, di non sapere quello che succedeva” e aggiungeva qualcosa sulla scarsa affidabilità dei ricordi, cioè: “La memoria umana è uno strumento meraviglioso… Lo sanno bene i magistrati, non avviene quasi mai che due testimoni oculari dello stesso fatto lo descrivano allo stesso modo”. Ѐ straordinario, vero? Mai, mai, dei miei amici uno dà una versione, l’altro ne dice un’altra, non concordano mai. Io credo che il danno maggiore lo abbiano fatto i collaborazionisti del nostro Paese, che sono tanti, lesti al servizio, alcuni in buona fede, altri perché prezzolati, evidentemente. Levi scrive: “Anche le istituzioni e le tecnologie si trasformano. La storia si ripete, ora l’idea che momenti così desolanti possano ripetersi è insopportabile. Ѐ avvenuto, è avvenuto, quindi può accadere di nuovo. Questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”. Nella prefazione di Tzvetan Todorov, scusa se mi sfugge la pronuncia giusta, tanto ho capito che tu sei romano come me…
Abbastanza, però, tu della Garbatella, io di Monte Sacro…
Bravi e gajardi, siamo. Todorov è calzante. Si preoccupa della “proliferazione di quei fattori che hanno reso l’orrore possibile, magari in altri Paesi sotto altro nome, con nuove giustificazioni, non raggiungendo lo stesso parossismo, ma producendo quanto meno (massacri, spero di no) sofferenze senza fine.”
Già ci siamo alle sofferenze. Tu parlavi delle mamme e le donne che con la Schilirò si riuniranno a Firenze. Mi rivolgo alle mamme: cosa sapete di questo siero misterioso che è in fase sperimentale e la cui sperimentazione termina nel 2023? E viene inoculato nel corpo del vostro bambino di 9-10 anni, perché fate questo? Ma un dubbio non vi viene? Lo dico da sempre e per questo mi hanno attaccato. Io sono uno spacciatore di libri e di pensieri di libertà. E piuttosto che un siero, inoculo un dubbio.
Un’altra cosa la prendo dal grande scrittore e filosofo tedesco Günther Anders, che è il suo nom de plume (pseudonimo di Günther Siegmund Stern, N.d.R.), che nel libro “L’uomo è antiquato” scrive: “L’artista deve dire l’indicibile” e io l’ho detto perché oggi non si può dire quello che dico io, ma gli altri si sono tutti allineati, anzi hanno parlato male di noi che osavamo criticare questo sistema, il regime nazista sanitario. Quelli che mi hanno meravigliato di più? I colleghi che hanno fatto la pubblicità al cosiddetto vaccino.
Che si toccavano il braccio con le dita a V.
Lo trovo allucinante. E trovo allucinante che i collaborazionisti, dai mezzibusti più autorevoli agli opinionisti da strapazzo, dicano che bisogna fare intervenire l’esercito, che il non fare il vaccino è come essere un renitente alla leva, un disertore. Facendo un accostamento, consentimi, mettono insieme la plastica coi carciofi, insomma a pene di segugio – Steno diceva uccelli senza zucchero, se qualcosa sul set non andava.

Ma Paolo Panelli ti manca?
Soprattutto la sua ironia e la sua intelligenza.
Era una generazione di attori di età più grandi di te, quindi tu apprendevi da loro…
Sono stati i miei maestri. Walter Chiari, Delia Scala, Aldo Fabrizi col quale ho fatto per tre o quattro mesi una vita in simbiosi con “Rugantino” e Manfredi… quando ho girato con Manfredi correvo come un pazzo, perché tutto quello che avrei voluto dire io di cose che non quadravano, le aveva già dette lui cinque minuti prima. Stupendo. E Panelli era formidabile, intelligentissimo.
A proposito di Panelli, per me sono indimenticabili le sue battute che iniziavano con “Possino”…. Le uso spesso sai, ma io ne conosco una che non so da dove arriva e il cui significato è comunque quello di augurare a qualcuno di andare in una certa via…
Dai. Dimmela.
Beh io li mando in Via Pitelander.
Grande, la posso fare mia?
Assolutamente. Per me è un onore. Grazie Enrico, dal profondo del cuore.
Grazie a te, Maurizio, mi ha fatto piacere. Ci risentiamo presto.
Nota: Intervista originalmente pubblicata sul n. 10 di “OZ Orizzonte Zero” (mensile edito dalla X-Publishing) come storia di copertina, nel Gennaio 2022.
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