Da tre decenni mi occupo delle cosiddette “esperienze di contatto”, comunemente note come “rapimenti alieni” e in inglese “abductions”. Il punto focale che emerge da ognuna di queste umane vicende è rappresentato, da una parte, dalle persone stesse che ne sono protagoniste e dall’altra dalle misteriose entità che ne sono autrici e/o esecutrici. Di questo e molto altro parlerò il 30 Settembre a Sondrio, nella conferenza incontro “LA NUOVA UFOLOGIA – IL MISTERO DELLE ESPERIENZE DI CONTATTO”, che si terrà presso la Libreria Il Faro dalle 20.30 in Poi. Questa la locandina dell’evento.

La questione va avanti da troppo tempo per non avere un fondamento effettivo e a tutt’oggi chi se ne sia occupato seriamente sul piano professionale, quindi indagandole e cercando di inquadrarle secondo una linea razionale e coerente, si è sempre trovato in difficoltà. Chi non lo ammette fa un torto alla propria intelligenza e, arrogantemente, impone agli altri le proprie visioni e teorie, similmente al portatore della Luce della Conoscenza fra noi mortali, sostenendo di aver risolto la questione. Mentre risolta non lo è affatto.
Semplificando, i versanti sui quali si pongono i “ricercatori” che hanno la verità in tasca sono tre.
Il primo è costituito da coloro i quali propalano urbi et orbi (non a caso) la propria verità in termini rivelazionistici. Ovverossia, questi signori, illuminati da una sorta di fiamma “cristica universale”, si fanno latori di una teoria sorretta da una pletora di storie contattistiche (reali o inventate che siano) attribuite esclusivamente ad una non meglio identificata fonte superiore. Essa guarda al genere umano con occhio benevolo ancorché selettivo, perché interverrà al momento opportuno, in un giorno ormai assai prossimo, nelle segrete cure del destino umano, giungendo con le proprie schiere a bordo di vascelli celesti a prelevare una schiera relativamente sparuta di eletti che, beati loro, verranno risparmiati dalla distruzione del mondo che conosciamo. Addotti, contattati, contattisti, experiencers di vario genere saranno fra questi prescelti. Da chi, come e in base a quale specifico fattore che li contraddistingua, non è dato sapere, ma in sintesi la situazione si condensa in un astruso paradigma basato sul concetto di “fratellanza cosmica”.
Sul secondo versante si situano esperti appartenenti o provenienti dalla comunità ufologica italiana in particolare, che si occupano del “fenomeno abduction” e agiscono in base all’assunto che i fenomeni di contatto siano da interpretare in una chiave di lettura totalmente negativa. Partono dalla evoluzione della classificazione Hynek (CE of the I, II, III Kind), inserendo tali esperienze nella casistica degli “Incontri Ravvicinati del Quarto Tipo”, la cui parabola si conclude nel peggiore dei modi per gli “experiencers”, che non hanno alcuna via di scampo. Prelevati contro la loro volontà, sottoposti ad ogni genere di intrusione e sopruso psicofisici, alla fine saranno ridotti a vittime ridotte a stato larvale, in quanto deprivati del proprio soffio vitale, l’anima. Tali orribili operazioni, eseguite da una pletora di diverse specie di esseri alieni cattivi al servizio di altrui volontà mere espressioni di “intelligenze superiori” site in un macrocosmo universale fantastico, configurano ahimé uno scenario apocalittico più o meno quanto il primo, condito inoltre dalla presenza e l’interessato supporto di spregevoli individui umani, prevalentemente militari appartenenti ai servizi segreti, come se non bastasse.
Al terzo versante appartiene una sfiancata legione di gregari iscritti a gruppi ufologici che, limitati all’osservazione del cielo e in attesa dell’apparire di un UAP, preferiscono non avventurarsi in un campo oggettivamente per loro minato e, tutt’al più, chiamano a raccolta psicologi e ipnologi dicendo loro di occuparsi dei presunti addotti che a loro speranzosamente si erano rivolti. Quasi mai ottenendo un qualche aiuto concreto.
“Quelo” e l’Empatia
In tale marasma, il soggetto che queste esperienze ritiene di averle vissute veramente e di volerne superare il trauma, inizia un percorso personale che lo porterà a cercare risposte bussando a qualunque porta, nel classico pellegrinaggio delle “sette chiese”.
Dal mio canto, non essendo il sottoscritto “Quelo”, un guru biancofiore o un santone scientista, chi nel corso degli anni ha voluto rivolgersi a me soprattutto per avere un interlocutore “empatico”, lo ha fatto sapendo che sono stato anche io protagonista di un tale fenomeno di prelevamento nel lontano 1999. Per empatia si dovrebbe intendere a mio avviso quella qualità che caratterizza l’essere umano che, nel nostro caso, consente di considerare in primis la persona nel suo intimo, “sentire” anche propria la sofferenza dell’emarginazione dell’altro. Empatia vuole anche dire risonanza.
Il protagonista di queste vicende ha a lungo lottato contro il muro di difficoltà comunicative nel rapportarsi a chi gli/le sta vicino, nelle relazioni familiari e sentimentali, con amici e conoscenti, sul lavoro e in “società. Ha quindi intrapreso un difficile percorso cognitivo, in cerca di risposte dagli “specialisti”. I medici, che quasi mai conoscono la questione e gli/le hanno consigliato delle terapie a base di psicofarmaci. Altri esperti hanno proposto le ipnosi, inducendolo a credere che potrà così “liberarsi” dal giogo dei suoi malvagi rapitori. Per non dire di chi sia finito nelle grinfie di operatori dell’occulto e di esorcisti, con ovvie ripercussioni, o dei santoni olistici che, come abbiamo visto in apertura, rientrano nella categoria dei predicatori illusionisti che ti fanno il lavaggio del cervello inculcandoti la certezza che la tua salvezza viene dallo spazio.
Fortunatamente, non tutti gli experiencers (o addotti) vivono solo nella paura, sanno anche che c’è dell’altro e si dicono “devo trovare qualcuno che ha vissuto le stesse esperienze” e finiscono per imbattersi nel sottoscritto, con la speranza di essere ascoltati. Nel corso degli anni mi sono esposto sentendo la responsabilità di testimoniare la mia unica (che io ricordi) esperienza risalente al 1999, ma sia chiaro che ho sempre dato più importanza ai testimoni, che non ai ricercatori in campo ufologico.
Chi non sia ricorso agli psicofarmaci o all’acqua benedetta, man mano sente dentro di sé emergere componenti sopite, già facenti parte della propria vita, prive di connotazioni negative, che possono provenire da nuclei familiari in cui il mondo dell’altrove e del sovraumano sono accettati e non esclusi. La paura maggiore è la natura materiale dell’essere diverso sotto forma di entità aliene.
A quel punto le persone devono collegarsi all’idea di una partecipazione attiva a quello che stanno vivendo, non subendo i fenomeni, ma facendone parte….
Per far questo hanno bisogno di informarsi, avendo un approccio obiettivo, neutrale, che non presuppone un giudizio, di qualsiasi natura, altrimenti ricadono nella dimensione della paura dell’essere giudicati e condannati per quello che vivono e che sono.
Ecco la NUOVA UFOLOGIA. La cui realtà appartiene alla vita quotidiana, non è astratta, aleatoria, o vista nei programmi in televisione, no. È una disciplina che analizza gli accadimenti e le conseguenze che essi provocano nella vita di alcune persone, o meglio, di quanto emerge dal loro vissuto qualora e se siano in grado di comunicarlo. Se questo viene loro impedito, se il soggetto viene emarginato e perseguitato, ecco l’oscurantismo medioevale, ecco l’inquisizione, ecco la pira per Giordano Bruno, ecco la manna per i guru degli extraterrestri o cattivissimi o buonissimi. E ci si guadagna alla grande.
questo è uno dei più begli articoli che abbia mai letto in vita mia.