Tutto potrebbe avere inizio dal DNA di famiglia. Non capisci il perché di quella strana sensazione che ti spinge a guardare verso l’alto e, anche con il sole a picco, gli occhi bramano altri punti del cielo… o a scrutare la quiete scintillante del firmamento notturno.
Puoi essere a Roma, solo, in una piazza vuota di gente, o in una New York City gelida e per amici hai solo i marciapiedi privi della coltre di neve che ricopre le strade prima dell’alba, oppure calpesti la terra rossa di Sedona e fra le maestose rocce ad alta concentrazione energetica – dicono dai tempi delle paleo tribù native dell’Arizona – insieme a una dozzina di anime ti ostini nello skywatch, ma quelli, vengono quando vogliono loro. Potrebbe essere il titolo di un brano a cui dare un tappeto sonoro blu profondo, come gli abissi marini e le vastità del Cosmo. E pensare che gli uomini da decine di anni inviano segnali lassù inutilmente. Quale spreco di menti ingegnose, mezzi ingenti e avanzatissime tecnologie radiotelescopiche per arrivare a concludere che non ci risponderanno mai e, seppure il SETI (Search For Extraterrestrial Intelligence) avesse ricevuto segnali intelligenti, col piffero, che lo avrebbe rivelato.
Flashback, anni Settanta. Ascolti “Extraterrestre” di Eugenio Finardi (che sembra non la scrisse pensando agli alieni…) e ti accorgi che la tua passione è condivisa da migliaia di persone che non vivono in un abbaino, ma anelano a un loro futuro arrivo. Allora, per te, il termine UFO inizia ad avere un significato che risuona con il tuo essere interiore.
Andai a vedere “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo” al cinema Barberini di Roma, con Silvia – mia prima moglie – e con l’amico e critico musicale Gino Castaldo. Piansi e nascosi il viso fra le braccia. Volevo celare l’emozione enorme provocata dal finale catartico del capolavoro di Spielberg. Se le lacrime affiorano, se l’emozione ha il sopravvento sulla ragione, inutile porsi domande.
Al calare delle tenebre con gli occhi non vediamo le luci intelligenti che volteggiano al di fuori della nostra atmosfera, eppure sono lì – usando visori notturni di tipo militare si notano miriadi di punti luminosi che danzano, manovrano, collidono – e alcuni di loro possono anche scendere e venire a farci visita. Al di là degli avvistamenti, anche plateali e di massa, quando gli UFO si manifestano, ci poniamo una ridda di interrogativi. Cosa vogliono da noi. Cosa accade dentro di noi. Cosa significano i fenomeni di Contatto e perché sembriamo incapaci di trovare il bandolo della matassa? Cosa ci manca? Una mente aperta? Un cuore puro? Un amore incondizionato per l’Universo? Una nuova Scienza e una Nuova Filosofia?
Sono questi gli interrogativi ai quali l’Ufologia dovrebbe cercare di dare risposta, disinteressandosi del voler colmare le distanze che la separano dalla Scienza ufficiale e ortodossa. Già, ma l’Ufologia tutto ha tranne che un costrutto junghiano, l’ufologia è cartesiana e non guarda alla realtà delle cose e alla natura della mente come fa la Fisica Quantistica, il cui fine ultimo sembra essere ad anni luce da quello che a scuola ci insegnano. Si tratta infatti di una meta lontana eppure enormemente vicina, insita in quel “conosci te stesso” di antica memoria, il cui principio lega l’esistenza alla ragione e allo spirito. Al divino dono che l’Universo ci ha fatto infondendoci la Coscienza.

L’archeologo Bill Doleman, Università di Albuquerque, New Mexico, ha guidato due operazioni di scavo al Foster Ranch alla ricerca di reperti derivati dal Roswell crash. Nel 2007 ha trovato la pistola fumante, ma è uno scherzo…
Tornando gli UFO e agli ET, sulla scena ufologica mondiale in tempi recenti ha fatto irruzione la nuova corrente dell’esopolitica, una via che intende opporsi democraticamente al cover-up sulla “Questione Extraterrestre”. Dagli alfieri dell’esopolitica arriva il vibrante j’accuse rivolto ai governi (in primis quello di Washington) complici – se non artefici – e responsabili dell’embargo sulla verità. Ma, attenzione. Non si tratta di aderire a un movimento con tessera in tasca. Si tratta di avere una visione diversa, perché il nuovo paradigma esopolitico pone l’accento sulla posizione e il ruolo di ogni essere umano non più solamente rispetto alla società in cui egli vive e al luogo che lo ospita, ma a livello ultraplanetario. Aprendoci a questo concetto, potremmo uscire dal gioco perverso che caratterizza l’attuale scena ufologica, anche italiana, dove imperano disinformazione e caos, dove internet e i social network danno luoghi e spazi alle foto e ai video burla, alle testimonianze farlocche e a ogni tipo di scempiaggine.
Si moltiplicano gli esempi del “cover-up” effettuato dai mezzi di comunicazione di massa, in Italia in particolare allegramente dominati da una casta di giornalisti servitori del buon padrone e di pseudo informatori scientifici (Carl Sagan si rivolta nella tomba) colpevolmente incapaci e pagati per narcotizzare la mente e la coscienza. Su internet impazzano siti da burlesque e in questo sfascio, mentre nessun indizio si ha sulla pistola fumante, si finisce per ignorare le testimonianze più autorevoli e attendibili, persino quelle di premi Nobel. Ed è ancora internet ad alimentare il crescendo di attese di un intervento salvifico per il genere umano da parte di esseri che giungeranno dallo spazio. Una pia illusione.
Infine, sia con una notevole dose di ipocrisia, sia perché imbeccati a dovere, sia per scrupolo di coscienza, ex esponenti degli apparati di intelligence spesso malati terminali originano informazioni che pongono sotto accusa i governi, o meglio, i governi ombra che gestiscono la questione attraverso il segreto assoluto.
Uomini come il colonnello Philip Corso e il microbiologo Dan Burisch che hanno rotto il silenzio. Solo che, nonostante le notizie giungano direttamente da individui di cui si è certi abbiano fatto parte dell’intelligence e si propenda a dare loro il massimo credito, il buon senso consiglia comunque di fare un cinquanta e cinquanta e di lasciarsi il beneficio del dubbio… un po’ in equilibrio, giusto quel tanto per tenere ancora aperta la partita fra noi e il potere.
Maurizio Baiata, Roma, 13 Dicembre 2016
Caro Maurizio, leggere ogni tuo scritto è un toccasana. Si perchè contrariamente a tanti altri tu scrivi il vissuto, con l’anima e con la tua anima riesci a toccare le anime di tanti addotti o meno che sperano che le cose cambino e al più presto. Ora mi dirai che a cambiare dobbiamo essere prima noi… è vero, ma sotto certi aspetto purtroppo in giro c’è tanta mediocrità rispetto a tali argomenti e allora si finisce che chi pratica lo zoppo prima o poi impara a zoppicare.
Sono d’accordo su tutto, o quasi, se vogliamo portare avanti un certo tipo di discorso non dobbiamo avere dubbi, anche se questo è sinonimo di cultura. Forse i dubbi li dovremmo lasciare veramente solo alle cosiddette “persone di buon senso”, milioni di persone che vivono le loro vite inconsapevoli.
ti abbraccio
letto tutto d’un fiato. Finalmente si iniziano a leggere cose sensate e intelligenti in ambito esoufologico.
Tua cit. “sotto certi aspetti purtroppo in giro c’è tanta mediocrità rispetto a tali argomenti e allora si finisce che chi pratica lo zoppo prima o poi impara a zoppicare.” Per me l’importante ed essere profondamente convinti che non siamo soli nell’universo. Di quello che pensa la gente comune poco importa. Sta di fatto che questa convinzione è sempre più diffusa e la consapevolezza aumenta, fino al punto di entrare nella normalità. Naturalmente il nocciolo duro è difficile da scardinare, ma arriverà il momento che anche loro dovranno ricredersi. Certo se aspettiamo che qualche persona importante o qualche ente governativo faccia un annuncio a reti unificate puoi pure scordartelo.
ma anche se i Governi mondiali dovessero fare un annuncio ufficiale sulla reale esistenza di esseri non terrestri…. cosa cambierebbe nella quotidianità? Penso niente, a parte un parlottare forsennato sui social net. Il vero problema non è avere le prove oggettive dell’esistenza e presenza di tali alieni, quanto piuttosto cosa vogliono da noi. Ohh ben lo sappiamo noi, pochi… lo sappiamo bene ma, anche in questo… e dopo che lo sappiamo? Emerge tutta la nostra impotenza di fronte a questo fenomeno. Quindi, che lo dicano o non lo dicano, siamo impotenti di fronte a esseri così misteriosi e strani che, potrebbero attaccarci in qualsiasi momento che non saremmo mai in grado di difenderci. Fino ad oggi però, non lo hanno fatto. Ciò mi fa pensare che il loro scopo non è attaccarci ma, condizionarci, modificarci. …mmhh ok ma per ottenere cosa? Io una mezza idea me la sono fatta. A loro non interessiamo noi. Per loro noi siamo meno delle caccole. A loro interessa il pianeta. E vi pare poco?
E proprio nella natura dell’essere umano sentirsi minacciato da chissà quale entità. Lo si vede nella quotidianità specialmente in questi ultimi tempi. Senza considerare invece che le minacce vengono proprio da noi stessi. Abbiamo distrutto questo pianeta che ci ospita con onnipotenza su tutto e su tutti e non ci rendiamo conto che siamo già al punto di non ritorno. Mi domando piuttosto come siamo arrivati a questo punto. Se veramente c’è qualcuno la fuori che è tecnologicamente più avanzato di noi spero veramente che non mettano piede sulla terra altrimenti li vedremo solo come una minaccia alla sicurezza nazionale ( gli Americani sono famosi per questo è il loro cavallo di battaglia ) col rischio veramente di una guerra a livello mondiale con un nemico unico da combattere. Dopotutto lo diceva perfino Regan alle Nazioni Unite cit. ” Forse abbiamo bisogno di una minaccia universale, che arrivi dall’esterno, per farci ricordare quanto siamo legati gli uni agli altri. Mi capita a volte di pensare quanto rapidamente sparirebbero le nostre diversità se dovessimo affrontare un attacco alieno proveniente dal di fuori del pianeta. E ancora, mi domando: le forze aliene non sono forse già in mezzo a noi?”.