UNA DOVEROSA PRECISAZIONE
QUANTO SEGUE RISALE AL NOVEMBRE 2011. L’ARTICOLO TERMINAVA CON UN “GRAZIE, CORRADO” CHE OGGI NON MI SOGNEREI NEPPURE DI SCRIVERE. GIÀ PRIMA DI ALLORA SI ERANO EVIDENZIATE DISTANZE FRA IL DOTTOR CORRADO MALANGA E IL SOTTOSCRITTO, IN TERMINI DI COLLABORAZIONE, DI AMICIZIA E DELLE RISPETTIVE POSIZIONI RIGUARDO ALLE ESPERIENZE DI CONTATTO O “INTERFERENZE ALIENE” COME LUI LE AVEVA DEFINITE, MA ERO ANCORA PROPENSO A LASCIARE UNA PORTA APERTA E L’ARTICOLO LO DIMOSTRA. IN SEGUITO, TALI DISTANZE SONO DIVENUTE INCOLMABILI E OGGI TALI RESTANO. MAURIZIO BAIATA, 8 Ottobre 2016.
Considero Corrado Malanga un vero pioniere, rispetto agli UFO ricercatori italiani che ho conosciuto direttamente, o dei quali ho saputo per averne letto, o per interposta persona. Malanga ha portato l’Ufologia italiana a un altro livello. L’ha fatta uscire dal ghetto della “minuteria UFO” (mia libera interpretazione di “nuts and bolts”, “i dettagli pratici”), promuovendola da disciplina che si occupa di accertare se il fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati esista o meno, a materia di studi che esplorano le ragioni della presenza di esseri non umani – un tempo definiti “UFO occupanti” – in interazione con noi, come genere umano nel suo complesso.
Se con Malanga non si può più parlare solo di studi ufologici sin dalla seconda metà degli anni ’90, quando la nostra amicizia si consolidò e iniziai a comprendere cosa gli frullasse nella testa, già alla fine degli anni ’50 il console Alberto Perego aveva capito, probabilmente toccato con mano e scritto, cose che travalicavano i confini dell’ufologia tradizionale. Senza approfondire i termini e i significati esopolitici anticipati da Perego e analizzare le profonde divergenze filosofiche e conclusioni teoriche che lo separano da Malanga, a chiunque si addentri nei loro studi apparirà chiaro che cinquant’anni di pionieristico lavoro non sono stati vani. In entrambi vediamo l’approccio empirico prevalere in ultima analisi su quello razionalista. Ecco la definizione di Wikipedia: “L’empirismo si sviluppò in contrapposizione al razionalismo, corrente filosofica il cui esponente principale è stato Cartesio. Secondo i razionalisti, la filosofia dovrebbe essere condotta tramite l’introspezione e il ragionamento deduttivo a priori. Secondo gli empiristi, invece, si considera alla base del metodo scientifico l’idea che le nostre teorie dovrebbero essere fondate sull’osservazione del mondo piuttosto che sull’intuito o sulla fede”.
Se, in ottica empirica, osservare il mondo delle esperienze ufologiche e dei fenomeni di contatto con occhi diversi, non bastasse a scardinare l’impalcatura del pensiero tradizionale ancora dominante (“nuts and bolts”) in Italia e altrove, cos’altro dovremmo fare? Attendere che gli UFO atterrino e i loro occupanti ci dicano da dove vengono e cosa vogliono da noi, oppure attendere che la chiesa e la scienza e la politica ci dicano che hanno fatto in modo che noi si restasse per sempre nell’ignoranza? Nessuna delle due prospettive dovrebbe allettare uno spirito libero.
Siccome spiriti liberi esistono ovunque, anche negli USA da tempo si è andati oltre l’ufologia tradizionale. Budd Hopkins lo ha fatto proprio perché possedeva un background ufologico invidiabile. Nei primi anni ’70, dopo aver acquisito una notevole esperienza in indagini sul campo e di ricerca strumentale, repentinamente si allontanò dall’Ufologia tradizionale e con una virata netta si concentrò sugli Incontri Ravvicinati del Quarto Tipo, divenendone l’esperto mondiale di riferimento, sino alla sua recente scomparsa.
Intervistando Hopkins per la prima volta nel ’97, mi resi conto che a lui interessava capire le ragioni alla base del fenomeno Abductions. Tutto il resto era storia. Non fandonie, ma nulla di tattile, se non il fatto più grave e serio della questione UFO, almeno ai suoi occhi: Hopkins era certo che il governo USA con gli UFO si era reso complice del più grande insabbiamento della verità di tutti i tempi, di portata prossima al cover up sull’assassinio di John Kennedy, basti il parallelo con le spiegazioni ufficiali del “Rapporto Warren” e il tristemente noto “Roswell Report” dell’USAF. Pertanto, secondo Hopkins, l’indagine era da portare su un terreno quasi inesplorato quale quello delle testimonianze delle esperienze di incontro diretto con esseri alieni. Penso che in Corrado Malanga sia avvenuto lo stesso processo.
Oggi, a distanza di 20 anni dalla prima volta che lo incontrai (eravamo nel Cun) riconosco che, a causa della sua genialità e determinazione a voler fare da solo, tenergli il passo non sempre è stato agevole.
Inoltre, non vedendolo da oltre due anni per il frapporsi di grandi distanze geografiche, capire dove la mente lo avesse portato è stato ancora più difficile. Pazientemente, però, Corrado ha cercato di spiegarmi le cose, ragguagliandomi sugli sviluppi delle sue ricerche a fasi intermittenti via skype e telefonicamente. I passaggi fondamentali, comunque, erano stati tutti esposti sui siti che a lui fanno capo, dove metodologia, struttura di indagine e teorie sono stati divulgati a chiare lettere. In un’occasione particolare, per una recente trasmissione radiofonica su UFOcast (http://ufocast.ufomachine.org/blog-puntate/104-ufocast-25.html) ci siamo rimbeccati più volte, come è facile rilevare, ma tant’è e credo che nessuno dei due se ne possa rammaricare.
Di persona, invece, l’ho incontrato solo una volta, in occasione del suo passaggio a Roma per presentare il film “6 Giorni sulla Terra” il 27 Maggio 2011 con il regista Varo Venturi, in una sala strabocchevole di persone in un austero palazzo di piazza Venezia, di fronte al balcone da dove Mussolini si affacciava per arringare le folle deliranti della Roma fascista.
Il programma prevedeva la proiezione di alcuni spezzoni del film, preceduta da Malanga chiamato a mettere a fuoco la situazione Abduction (o Interferenze Aliene) in base alle sue ricerche e ai dati ottenuti da centinaia di ipnosi regressive nel nostro Paese.
Corrado li ha sintetizzati così:
1. I rapimenti vengono portati avanti da alieni e da militari, separatamente e congiuntamente.
2. Un numero consistente di addotti rileva nel proprio corpo la presenza di impianti (di manifattura prevalentemente terrestre).
3. Lo stato delle ricerche negli USA e in Italia, sul piano statistico e su quello dei risultati conseguiti, delinea una realtà la cui divulgazione risulterebbe del tutto destabilizzante per i sistemi di potere.
4. Il rapporto fra le nostre conoscenze del mondo dello Spirito e dell’Anima e la fenomenologia delle abductions impone la responsabilità di lavorare per la liberazione degli addotti dal giogo alieno.
5. Gli alieni tendono a soggiogare l’umanità al fine di ottenere l’immortalità che essi ravvisano nelle esistenze umane mosse dall’energia dell’anima.
6. Non esistono alieni buoni o cattivi, ma solo Alieni e data la loro perenne presenza, per noi oggi è possibile fare un salto qualitativo nella comprensione di chi siamo. Un ampliamento di Coscienza, senza il quale l’alieno potrebbe tornare a parassitare l’essere umano. Quindi, tale evoluzione coscienziale sembra indispensabile, perché una coscienza evoluta non è parassitabile. Esistendo diversi livelli di coscienza, ciò che fa la diversità è il raggiungimento della piena consapevolezza di chi siamo.
All’uscita ero frastornato. La mia sintesi del pensiero di Corrado Malanga era: la persona evolve quando conosce il SÉ, ovvero mente corpo e spirito che costituiscono la forza energetica e dialogano fra loro e, quindi, sono in equilibrio. Con un po’ di umiltà, sei uguale a Dio, ma resti qui a combattere con gli alieni che vogliono impadronirsi della tua anima.
Ora, non si poteva pretendere che tutto questo fosse riscontrabile in “6 Giorni sulla Terra”, in una frammentaria proiezione riservata agli addetti ai lavori, conoscitori del lavoro di Malanga. Eppure le immagini, a mio avviso per molti dei presenti all’anteprima romana, facevano intuire molto di quanto il film diretto da Venturi avrebbe raccontato. Guidato dall’introduzione di Malanga, del giornalista radiofonico Patrizio Mariotti e di Varo Venturi, alla prima sequenza di immagini di esseri alieni (perfettamente resi da “effetti speciali” degni di Hollywood) il mio cuore aveva tremato. Inaspettata risonanza allo stato puro, altamente emozionante. Non solo per me, ho pensato, giacché con tali premesse, sul pubblico di una grande sala cinematografica l’intera pellicola avrebbe avuto un effetto dirompente.
Varo Venturi ci mostrava diverse razze di alieni operare insieme su una ragazza addotta. Ogni dettaglio dell’aspetto fisico dei “visitatori” era stato ricostruito millimetricamente sulla base delle descrizioni degli addotti raccolte dal professore di Pisa e dai suoi collaboratori.
Figure chiave, come il semidio alato Horus, dal becco adunco dell’iconografia egizia, ma da riferire alle prime dinastie non umane dei faraoni, mentre in epoche successive le loro sembianze sarebbero state imitate a ricordo di altra origine cosmica… Totem delle visioni nativo/americane e di altre antiche tradizioni, sino a quella mesoamericana del serpente piumato Quetzalcoatl… egualmente, le piramidi di Giza sarebbero state i luoghi/mezzo che avrebbero consentito di trasmigrare le anime.
E i Grigi, sempre presenti, muti artefici della coercizione, che Malanga vorrebbe definitivamente allontanare dalla sfera umana ancor prima che si palesino. E gli Insettoidi e i Rettiliani… e molto altro. Con ciò, Malanga concludeva che gli Alieni vogliono l’immortalità e l’energia della nostra anima. Accostandoli agli dei che ci crearono e torneranno, o sono già qui e se sono presenti, non lo fanno certo per assisterci.
Da qui, mi sono detto sempre più preoccupato, sarebbe stato meglio attendere di vedere il film in sala nella sua completezza. L’occasione è arrivata con l’anteprima nazionale ad inviti nell’arena Macro dell’ex Mattatoio di Testaccio, nuovamente a Roma. Le immagini c’erano tutte, ma l’audio difettava e non per una defaillance del sistema di proiezione, quanto per un mix approssimativo.
Non solo, di lì alla sua uscita nelle sale il 17 Giugno, ci saremmo resi conto che per un film non di fantascienza, ma di “realscienza” (la definizione è di Varo Venturi), la distribuzione si sarebbe rivelata asfittica e funestata da ostacoli di ogni genere. Per questo, seguendone l’iter nelle sale, mi sono posto domande sul possibile destino di un film dai contenuti difficili, girato a bassissimo costo e privo del supporto di una major.
Un’opera filmica di ingegno e coraggio, che coniuga la questione aliena (in una chiave a mio avviso solo ispirata alle teorie malanghiane) con le più controverse tematiche cospirazioniste (il nostro è un mondo in cui servizi segreti, poteri occulti di derivazione massonica e i terminali di una stirpe di vampiri che si nutrono del sangue e delle anime degli umani) e con le possessioni demoniache. Un film che avrebbe avuto vita difficile. Così è stato.
Ora però “6 Giorni sulla Terra” è disponibile in dvd. Rimasterizzato, ri-mixato e completato da bonus documentaristici, ognuno armandosi di grande pazienza può reperirlo nelle videoteche più fornite. Vedendolo, vi accorgerete che non è fantascienza, ma descrive una realtà. E molto di essa è vera.
Nota: l’articolo è stato preventivamente sottoposto all’approvazione di Corrado Malanga, che ho contattato telefonicamente. Dopo aver preso atto di tutti i suoi contenuti, Malanga mi ha concesso la sua autorizzazione alla pubblicazione in questo blog. Grazie, Corrado.
Maurizio Baiata, 24 Novembre 2011
Grande persona Corrado Malanga. Penso che i suoi lavori prima o poi faranno scuola.
Posto che Malanga sia in buona fede, io credo che sia vittima di un raggiro di personaggi diversi dagli ET, personaggi che hanno interesse nel fare credere che gli ET siano cattivi, personaggi che hanno interesse a spaventare/dividere gli uomini (hai anima, non hai anima). Il modello cosmogonico che propone inoltre (perchè raccontatogli),a mio giudizio, fa’ acqua da molte parti, solo dal punto di vista logico.
Il mio umile contributo alla cui discussa pellicola “6 giorni sulla Terra”, nella cui realizzazione sono certo esservi stato un diabolico “sabotaggio a monte”:
http://www.mistyger.com/it/blog/vauro-venturi/6-giorni-sulla-terra-ma-anche-no
Sono daccordo nel complesso con tutto quello che ho letto tranne quando si asserisce che non vi sono alieni buoni e alieni cattivi. Nel momento della caduta luciferina 4 sesti hanno perso la scienza spirituale – divina con tutte le brutture conseguenti che Malanga studia e cataloga. Ma 2 sesti non sono decaduti, hanno mantenuto vibrazione e scienza spirituale, a loro non necessita di succhiarci o studiarci per trovare “Anima”. Loro hanno già Anima e sono i silenti guardiani nostri e della creazione tutta. Intervengono lasciando il libero arbitrio e hanno indirizzato l’umanità verso la vita eterna immettendo loro la scintilla (da espletare) di Anima. Loro che sono tornati a solcare i cieli con astronavi di Luce orgonica al comando di quell’essere conosciuto come l’Arcangelo Michele. Ecco in sintesi l’unica pecca Malanghiana: chi non “succhia” non esiste. Ne deriva una forte emozione negativa che fa il gioco di chi ci vuole continuare a spremere. — ” Sia LODE al Padre Madre Altissimi, ai vincitori degli inferi, all’increato Spirito degli infiniti eoni! ” —
L’immortalità dell’esistenza umana mossa dall’energia dell’anima…
ma gli alieni.. sono buoni o sono cattivi? O non sono ne buoni, nè cattivi? Ma chi sono? Cosa vogliono? Ma vogliono qualcosa? Da dove vengono? Ma vengono davvero da qualche parte? Perchè non si manifestano apertamente? E perchè dovrebbero? Se volessero ci annienterebbero in un attimo! Perchè non lo fanno? E perchè dovrebbero farlo? Ma in definitiva cosa vogliono da noi? E perchè dovrebbero volere qualcosa? ….Domande che ci poniamo secondo il nostro essere umani ma, loro non sono umani. O si? E se fossero transumani? O futurumani? Se ne verrà mai a capo? Non credo.
Gli alieni sono parte di noi e noi abbiamo il diritto dovere di capirci qualcosa, di noi stessi, si intende.
lo so Mauri, le mie sono sempre provocazioni al dialogo. Ti pare che non sappia certe cose?
Caro Maurizio, ho ragione di credere che il dottor Malanga sia una persona per bene e onesta, ma ciò non basta a legittimare le sue tesi né i suoi metodi. Più volte ho criticato aspramente l’ufologia attuale, orba di visioni unitarie e di umiltà. Già, umiltà. L’uomo, innanzitutto, è un essere luminoso che ha perduto la fiamma. Non esiste evoluzione, né antropologica né spirituale, alla Teilhard de Chardin, per intenderci. La new age apparentemente ha riportato in auge lo spirito, in realtà lo ha ridotto, così se tutto è coscienza come gridano i neognostici, tutto si riduce nuovamente: il soprannaturale viene sostituito dal superomismo. Gli ufologi, poi, almeno come trend generale, si son fatti abbindolare dalle teorie moderne della fisica e delle neuroscienze, teorie, appunto, quindi non esenti a revisioni future. Niente di stabile, allora.
L’uomo, dicevo, nasce luminoso ma al momento di entrare sul piano terreno smarrisce la sua natura e i suoi doni vanno in esilio. Il risveglio è l’unica strada che possa portarci oltre la stagnante condizione umana.
Ora, in questo stato crepuscolare, l’uomo si trova a dover subire interferenze, ultraterrene e non extraterrestri, viste le dinamiche (cfr. René Guénon, Jean Robin, in parte John Keel) e i processi interni a cui è sottoposto. Tali potenze, che un tempo chiamavamo con nomi di entità demoniche, mirano ad invadere l’anima, sabotando intelligenza volontà e sentimento. Lotta immane, che i più ignorano, tranne alcuni, come i posseduti, pochi, e gli addotti cosiddetti, molto più numerosi.
Malanga confonde i piani, mischia le interpretazioni: a parità d’effetti le cause possono essere diverse.
Già il compianto Emilio Servadio denunciava tali commistioni anni fa, ma rimase inascoltato, sia dai ricercatori del paranormale che dagli ufologi.
La mia posizione può essere, ovvio, opinabile con dati e obiezioni metodologiche. Sono a disposizione. Grazie Maurizio per lo spazio.
condivido il pensiero di Angelo Ciccarella.