Ravvedimenti tardivi e pilotati, confessioni-bomba a mezzo stampa, libri-verità o video interviste su Youtube, dopo una vita passata nell’ombra, personaggi legati all’intelligence americana, improvvisamente vuotano il sacco facendo “outing” su segreti UFO ed Extraterrestri dei quali sono a conoscenza. Sembrano seguire un copione scritto da qualcuno “dietro le quinte” (escludendo mani aliene) e la gente ci crede. Sono i “whistleblowers” (spifferatori), da noi meglio noti come “rivelatori”, o gole profonde. Soffermiamoci su due casi recenti, fra i più significativi.
Bushman, dall’Area 51 alla Lockheed Martin
Uno dei rivelatori che ha ottenuto notevole attenzione mediatica è stato Boyd Bushman, ricercatore e capo progetto della Lockheed Martin (LM) Aeronautics, scomparso il 7 Agosto 2014. Poco prima di morire, Bushman aveva registrato una lunga video dichiarazione in cui rivelava di aver lavorato nell’Area 51, in Nevada, nel contesto di progetti di retroingegneria aliena e su sistemi di propulsione ad anti-gravità, e a contatto di esseri alieni. A corredo delle sue affermazioni Bushman esibiva un portafoglio di fotografie e grafici. Per dargli qualunque credito, di Bushman era necessario accertare le credenziali di ingegnere aerospaziale. Compito resoci agevole grazie al fisico americano Jack Sarfatti, il quale fra le sue amicizie annovera alcuni scienziati della LM che gli hanno confermato che Bushman nel 2000 era Senior Scientist presso la struttura Lockheed Martin di Fort Worth, Texas. Aveva lavorato nel centro ricerche sulla velocità della luce negli anni 2000-2001 e il suo capo settore era James Peoples, titolare con lo stesso Bushman di numerosi brevetti per la Difesa. In quaranta anni di attività come ricercatore e inventore Bushman ha collezionato brevetti depositati per Hughes Aircraft, General Dynamics, Texas Instruments, ma soprattutto Lockheed Martin. Sembrerebbe un elenco di “contractors” uscito dai rapporti con le industrie gestiti nei primi anni ’60 dal colonnello Philip Corso, il più autorevole rivelatore della moderna storia ufologica.
Nella sua video confessione, oltre a varie immagini di velivoli discoidali ad antigravità derivati da retroingegneria, Bushman ha dato per attendibili anche due scatti che mostrano il volto di un “grigio”. Immagini che lo hanno “debunkizzato”, in quanto le fattezze dell’essere sono molto simili a quelle di un pupazzetto ET venduto nel reparto giocattoli dei supermercati Walmart e K-Mart. Chi ha causato il raggiro? L’anziano e morente ingegnere aerospaziale truffato da qualcuno? Alla conseguente pletora di critiche sollevate in ogni rango ufologico mondiale, compreso quello esopolitico, Bushman non avrebbe potuto rispondere, essendo passato a miglior vita. Inoltre, non chiare appaiono altre due questioni: la prima riguarda il copyright del video, ovviamente girato da qualcuno. Una scritta sulle immagini ne attribuisce la titolarità a tale Christopher G. Mooney, che sarebbe essenziale rintracciare e interpellare. La seconda riguarda la voce “Boyd Bushman” di Wikipedia, sparita poco dopo la divulgazione della video intervista. Una cancellazione priva di una logica perché Bushman era realmente uno scienziato di livello. E infine, a differenza di Corso, autore del best seller “The Day After Roswell”, cosa avrebbe ricavato Boyd Bushman dalle sue rivelazioni?
Brandon, lo 007 che non porta le prove
Uno che ha giocato alle tre carte è stato l’agente segreto CIA Chase Brandon, che il 23 Giugno 2012 dichiarava di aver visto negli archivi di Langley documenti che provavano incontrovertibilmente la realtà dell’incidente di Roswell. Solo che non ha portato uno straccio di evidenza e ha danneggiato il settore più nevralgico della storia ufologica, quello degli incidenti UFO. Veterano con 35 anni di servizio dei quali 25 anni trascorsi nelle unità speciali della CIA, Brandon ha sollevato un notevole polverone mediatico, affermando: “Non ho alcun dubbio… so con certezza che un’astronave extraterrestre si schiantò a Roswell e che l’esercito ne raccolse i resti. Non solo i rottami, ma anche i cadaveri e che tutto fu momentaneamente reso pubblico. Questo per me è assodato al cento per cento. Lo dico in piena coscienza: a Roswell cadde un’astronave e i corpi furono recuperati”.
La bomba esplodeva durante il popolare programma radiofonico “Coast to Coast” condotto da George Noory in cui Brandon era ospite per parlare del suo romanzo “The Cryptos Conundrum”, basato sulla tematica UFO/ET e in particolare sull’incidente di Roswell. A suoi dire, si era ritrovato da solo in una stanza piena di scatole di fascicoli classificati, durante una sua visita agli archivi della Historical Intelligence Collection della CIA (HIC) a Langley, Virginia. Una scatola recava la dicitura “Roswell” e non ci mise molto ad aprirla. Senza specificare, Brandon ha detto di aver visto fotografie di corpi alieni e di un disco volante semi conficcato nel suolo desertico di Roswell e dei rapporti autoptici destinati ai vertici militari dell’epoca.
Ben poco, per un colpo di scena alla Ian Fleming. E infatti la smentita giungeva pochi giorni dopo, attraverso il blog De Void e proprio dalla stessa CIA, la cui responsabile stampa Jennifer Youngblood spiegava: “I nostri esperti storici nulla hanno riscontrato nell’Agenzia che possa corroborare le specifiche affermazioni del signor Brandon, come risulta dal rapporto definitivo del ruolo della CIA negli studi sugli UFO reso pubblico nel 1997”. Una negazione plausibile, e da fonte ufficiale. Dopo averci riflettuto un po’ su, le asserzioni di Brandon hanno cominciato ad apparire frutto di una manovra pilotata. Il manoscritto di “The Cryptos Conundrum” era stato approvato dalla CIA dopo revisioni e modifiche varie, prima di andare in stampa. Questo ha dichiarato Brando, difendendo la propria reputazione e mostrando senso del dovere e rispetto delle regole del gioco. Al di là quindi del fine meramente commerciale – per qualche copia venduta in più – stupisce che Brandon si sia potuto prestare a simile gioco, uscendone malconcio in termini di credibilità, a meno che non sia stato costretto a raccontare la fandonia della sua visita agli archivi segreti di Langley.
In parallelo, vale ricordare il “disclaimer” (declino di responsabilità) che il dottor Michael Wolf inserisce all’inizio del suo libro “I Guardiani del Cielo” (Verdechiaro Edizioni, 2014): “Gli eventi qui riferiti, presumibilmente coinvolgenti gli Stati Uniti d’America, l’ex Unione Sovietica, Francia, Belgio, Italia, Germania, Israele e il Regno Unito, ufficialmente, in conformità alle molteplici dichiarazioni dei suddetti governi, non sono mai accaduti. Nulla – Di quello che state per leggere… È mai accaduto! ”
Che l’incidente di Roswell sia realmente accaduto è fuori di dubbio. Su tutto, vale l’inoppugnabile testimonianza del Maggiore Jesse Marcel. Ma sono stati centinaia, fra testimoni di prima mano e indiretti, i militari e i civili che della loro versione dei fatti accaduti nel Luglio 1947 in New Mexico non hanno mai cambiato una virgola. Prove di fatto, però, come un frammento dell’UFO o parti biologiche aliene recuperate, non ne sono mai uscite. Questo vuol dire che dobbiamo ancora attendere la “pistola fumante”? No, grazie, ci è bastato il disastro di Mexico City.
Maurizio Baiata, 19 Febbraio 2016
su Bushman NON scivola pioggia…il pupazzo della K.Mart che tale è probabilmente anche nella sua foto -vedi attaccatura spalla braccio destro- potrebbe benissimo essere solo la “buccia di banana” lasciatagli cadere davanti da un imbecchino di mestiere! prima o dopo la dipartita non differisce…
mentre Brandon ha dovuto sicuramente fare “buon viso a cattiva sorte”! dentro o fuori “dal gioco” che fosse, di fatto, con la Cia si scherza poco! e non credo non lo sapesse da principio “dell’ambaradan”, dato che ci ha lavorato…
la “pistola fumante” per il caso Roswell?!? mmhà! ormai è bella che fredda anche quella! ah!ah! e sarebbe bene che scongelino -e che buttino a concime- anche “i resti” dei grigetti che erano nel disco…fosse mai che “qualche scettico” gli salti in mente di fare l’esame del Dna e scopra ah!ah! che sono divenuti “pupazzi d’epoca” anche quelli… 😀
sono tra noi, NON possono dircelo, è certo il perché…ma lo stanno facendo da 50 anni! e nemmeno su questo piove… 🙂
Maurizio sei stato tanti anni un convinto sostenitore dei Whistblowers e delle loro affermazioni. Non sono d’accordo. La “Pistola fumante” o meglio le prove che tali rivelatori non forniscono e’ perche’ tutto fa parte del “Grande gioco” cioe’, in poche parole esiste secondo me un piano per preparare l’opinione pubblica su questo fenomeno che e’ reale. Inoltre Bushman e Brandon, credo siano in buona fede anche se Bushman ha detto verita’ vicino a menzogne. Ma questo non deve screditare totalmente quanto affermano, cio’ vale anche per Wolf. Non e’ che il fatto della “Pistola fumante” non ci sia, secondo me invece certi rivelatori non romperebbero il giuramento di segretezza che hanno fatto con il loro governo. Quindi il populino va informato a “spizzichi e bocconi”, mettendo storie vere e prove fasulle…fa parte del gioco, o no ?
Maurizio ei stato tanti anni un convinto sostenitore dei Whistblowers e delle loro affermazioni. Non sono d’accordo. La “Pistola fumante” o meglio le prove che tali rivelatori non forniscono e’ perche’ tutto fa parte del “Grande gioco” cioe’, in poche parole esiste secondo me un piano per preparare l’opinione pubblica su questo fenomeno che e’ reale. Inoltre Bushman e Brandon, credo siano in buona fede anche se Bushman ha detto verita’ vicino a menzogne. Ma questo non deve screditare totalmente quanto affermano, cio’ vale anche per Wolf. Non e’ che il fatto della “Pistola fumante” non ci sia, secondo me invece certi rivelatori non romperebbero il giuramento di segretezza che hanno fatto con il loro governo. Quindi il populino va informato a “spizzichi e bocconi”, mettendo storie vere e prove fasulle…fa parte del gioco, o no ?