UNDICI GENNAIO 2016
Sono sconvolto dalla notizia della morte di David Bowie. Ho avuto il grandissimo onore di incontrare questa meravigliosa creatura artistica e umana, figlia della nostra Terra e di altri luoghi del Cosmo e dell’Anima, che per qualche recondita ragione volle concedermi un’intervista a New York nel 1981. La più importante della mia vita.
Grazie, David!
Il seguente testo, di introduzione all’intervista, risale al 15 Novembre 2014.
Un amico, giornalista e producer musicale che vive a New York e non vedevo da lunghi anni, mi ha detto alcuni giorni fa che intervistare David Bowie oggi è impresa pressoché impossibile. A tre anni dai 70, la sua salute sembra tenerlo lontano da incontri con la stampa. Io ho avuto la fortuna di intervistarlo molto tempo fa e tutto quello che allora mi raccontò fu audio registrato su una cassetta che possiedo ancora. Non si è smagnetizzata.
Vivendo e lavorando come giornalista musicale a New York per quasi tutti gli Ottanta, prima attraverso le corrispondenze scritte per il settimanale “Ciao 2001”, poi con quelle radiofoniche per diversi programmi di Radio Tre, poi come capo servizi Cultura e Spettacoli del quotidiano “Il Progresso Italoamericano”, ebbi il privilegio di trovarmi faccia a faccia con mostri sacri del mondo dello spettacolo, alcune Rock star internazionali e grandi attori e registi del Cinema Italiano.
Nel Dicembre 1980 Mark David Chapman, che spero marcisca in galera sino alla fine dei suoi giorni, uccise John Lennon colpendolo con cinque colpi di pistola nell’androne del Dakota, il palazzo sulla 72.ma Strada. Chapman era un suo fan e lo era anche di Bowie, che in quei giorni era in scena con “The Elephant Man” al Booth Theatre di Broadway.
Se non fosse riuscito a far fuori Lennon, avrebbe poi detto in seguito, la sua seconda opzione sarebbe stata David Bowie, che dal Settembre 1980 e sino Gennaio 1981 avrebbe calcato il palcoscenico del Booth Theatre a Broadway, interpretando il personaggio dello sfortunato John Merrick, reso grottescamente deforme dalla neurofibromatosi, che nel film di David Lynch del 1980 era John Hurt.
Non ricordo esattamente la data dell’intervista, ma avevo appena visto la pièce teatrale e ne ero uscito sconvolto dalla performance bowiana e di quella, soprattutto, pensai avremmo parlato. Ma non fu così. Bowie mi dedicò circa un’ora del suo spazio/tempo e parlammo di molte cose, ma poco di “Elephant Man”.
Da quanto so, questa resta una delle pochissime interviste rilasciate da Bowie a un giornalista italiano. Rileggendola, mi interrogo sul mio passato e anche un po’ sul mio presente, che per lavoro mi ha riportato di prepotenza nel mondo della Musica, ma mai mi allontanerà dagli “alieni” con i quali viviamo sempre meno separatamente e che forse hanno la stessa tragica voce stridula del Bowie/Merrick che ebbi l’onore di conoscere.
Propongo qui l’articolo nella forma in cui apparve sulle pagine del mensile “Music” che lo pubblicò il 26 Aprile 1981, grazie a Velvet Goldmine (www.velvetgoldmine.it) il sito interattivo del fanclub italiano di David Bowie, autentica “mecca” per gli appassionati del “Duca Bianco”, contenente anche una selezione cronografica, suddivisa per decadi dal 1970 al 2007, di tutti gli articoli pubblicati su Bowie in Italia. Il sito presenta l’articolo sotto forma di fotocopie.
Un grande grazie di cuore, quindi ai curatori di velvetgoldmine per il loro lavoro, che mi consente di pubblicare qui per la prima volta un pezzo che vorrei rivedere e correggere dagli eventuali errori presenti nella traduzione da me fatta a New York ormai oltre 30 anni fa e dalla cui registrazione originale certamente furono omessi diversi passaggi.
Per leggere l’articolo basta cliccare e ingrandire le pagine.
Buona lettura!
Maurizio Baiata, 15 Novembre 2014
quando l’opera va di pari passo con l’anima… 🙂
forse sono fuori dal contesto con questo mio commento, però lasciamelo dire, sono particolarmente incazzato!! Magari no, ma magari si… che sono l’unico pirla che in tutto il panorama ufologico non è stato minimamente preso in considerazione. Però toh che strano… tutte le cose che ho sempre detto, che non erano scontate ma anzi, facevano contro tendenza, sia sulle abduction sia su tutto il resto… me le sono ritrovate sui libri e su certe video conferenze, distribuite al mondo come “le grandi scoperte di….” Un po’ come quando ti rubano le canzoni… mh? Mi sono veramente rotto i cog….
Dalla mia adolescenza ho seguito questo camaleontico personaggio David Bowie sentivo qualcosa di affine in me alla sua stranezza,non avevo molti amici in un rapporto confittuale tra famiglia e scuola con la testa rivolta al cielo a cercare chissà che cosa.Ma essermi reso conto di essere un visionario mi salvo la mia integrità mentale capì che anche lui lo era le sue frequenze musicali in quel contesto storico che vivevo furono autostrade luminose di vita……….queste parole che leggo nel tuo articolo mi riportano alla ricerca iniziata in quei anni della adolescenza anche io cercavo un nuovo alfabeto per dire cosa volevo,poiché nessuno ascoltava me.Sentivo che era tormentato pure lui sentivo che avrebbe voluto esternare molto di più cosi amai molto i suoi esperimenti musicali tanto con la consapevolezza di oggi lo ascolto nella veste di un anima che racconta non solo se stessa ma il suo universo creato……
cadranno 5 governi in un colpo. Moriranno 3 Presidenti in un colpo. Resterà un solo Papa in un colpo. E quello che resterà avrà da durare poco. Dai crop circles ai water circles, l’evoluzione della comunicazione liquida. Per ora basta così.