Con una copertina dedicata agli inglesi Yes in cui campeggia il chitarrista Steve Howe, il numero 39 del primo Ottobre 1972 di Ciao 2001 non presentava strilli che annunciassero gli articoli al suo interno. Ma l’articolo su Battiato avrebbe catturato l’attenzione di un pubblico vastissimo, circa 200.000 persone che, secondo dati di diffusione settimanale, leggevano questa storica testata. Battiato, negli album da solo, rappresentava la punta di diamante della musica italiana d’avanguardia e progressive insieme. Dopo “Fetus”, con “Pollution” i concerti
erano tappe obbligate per capire cosa nel “live” Franco decidesse di fare, considerando che, al di là della struttura tecnico-armonica dei brani, tutto veniva improvvisato. Temevo che in un accesso di sana follia potesse scegliere di immolarsi sul palco come un Arthur Brown (quello di “Fire”) inghiottito dalle fiamme, o di svanire dietro fumogeni alla Houdini, o di essere arrestato per oltraggio alla ragione pubblica, che di lui (e degli Area) penso temesse persino il russare. Allora cosa avrebbe potuto inventarsi? Lo raccontai in questo articolo, che vi restituisco nel suo impaginato originale, magistrale opera del grafico Piero Di Silvestro. Maurizio Baiata, 30 Maggio 2015
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