Una delle ragioni per cui ho scritto raramente di Jimi Hendrix è perché sento di non esserne all’altezza. Il colonnello Corso diceva “A New World if You Can Take It” (un nuovo mondo se ne sei capace) riferendosi al “lascito” degli ET (quelli positivi) al genere umano, rispetto a tutto quello che si sarebbe potuto e dovuto fare con le conoscenze ottenute dagli UFO crash degli anni Quaranta. Cosa ne è stato fatto, essendo finito nelle mani dei militari? Nulla, in termini di Nuova Scienza, molto in quelli di applicazioni tecnologiche, sempre a detta di Corso (e di altri). Lo stesso accade, a mio avviso, con Jimi Hendrix, l’Extraterrestre e quanto egli ci ha lasciato. Che ancora oggi, a 44 anni dalla sua scomparsa, non mi riesce di descrivere. Nel 1975 tentai. Con la collaborazione di Mauro Radice, talento purissimo di critico musicale senza regole e limiti, al pari del mitico Lester Bangs, scrivemmo un articolo a quattro mani nella mia abitazione di Roma, quartiere Talenti, dove Mauro fu mio ospite per circa un anno. Un’amicizia suggellata dalla passione per la Musica.
Scrivevamo sulla mia Olivetti Lettera 32, spesso dimenticando di inserire la carta carbone, per cui della maggioranza di quegli articoli e dei testi su cui poi si sarebbe strutturata la mitica “Enciclopedia Pop” (Mauro Radice, Celuc, 1976) gli originali sono svaniti. Lo presentai al direttore di “Muzak”, Giaime Pintor e Mauro entrò subito nella rosa dei collaboratori. Per la storia di copertina del primo numero della seconda edizione della storica rivista romana (foto in alto), il Collettivo di Redazione scelse Jimi Hendrix. Lo speciale in dieci pagine si componeva di due articoli, quello di apertura a firma di Danilo Moroni, il nostro intitolato “Jimi Hendrix il Sole, il Fuoco, la Carne”, seguiti da tre pagine contenenti una selezione di testi delle canzoni di Jimi.
Qui, l’articolo di Danilo Moroni:
Ringrazio l’amico Silvio Menichetti per avermi fornito copia degli articoli tratti dal numero 1 di Muzak, (Aprile 1975) che qui presento. Si noti l’immagine in ultima pagina: un quadro del pittore Mario Schifano. Mauro Radice e Danilo Moroni ci hanno prematuramente lasciato. Erano grandi!
Maurizio Baiata 13 Gennaio 2015
Rispondi