Magma. Questo il simbolo che contraddistingue la straordinaria formazione francese della quale parliamo.
Non saprei dove collocare Magma nell’economia musicale moderna, fatta di scale e scalette aggrappate alle Tv sulle quali giovani impietosamente arrancano per sfoggiare e dar valore al proprio talento fruito da più di una generazione di menti passate al tritatutto della demenza totale. Immagino Christian Vander e compagni che vi passino un quarto d’ora, in quegli uffici dei network televisivi che hanno preso il posto delle case discografiche, in lista d’attesa per incontrare il dirigente che deve decidere se poterli spingere per un’improbabile ammissione al concorso canterino del momento. E, dopo essere stati scartati per “evidenti ragioni” e gentilmente rispediti al mittente (in questo caso non del nostro pianeta), li vedo tutti vestiti di nero e incappucciati che, invece di andarsene, si nascondono nelle toilettes e solo a notte inoltrata nel silenzio percorso da esili gracidii di neon, dal buio fuoriescano, si infilano in uno studio, dove si materializzano i loro strumenti e si apprestano a suonare, non prima di aver generato un’onda magnetica circolare intonando un mantra ipnotico in una lingua ignota. Al mattino, in quello studio, il personale delle pulizie non troverà tracce neppure delle moquettes, risucchiate in un buco nero da una misteriosa forza proveniente da un pianeta remotissimo, Kobaia.
Qualcuno deve essermi testimone. Devo quindi chiedere, appena possibile, a Franco Battiato come andarono le cose durante il tour che fece nel 1975 con i francesi Magma e due gruppi tedeschi, i Tangerine Dream e gli Ash Ra Tempel, capofila assoluti (con Klaus Schulze) dell’avanguardia elettronica europea, una corrente musicale che sarebbe stata definita dal critico Rolf Ulrich Kaiser “Musica Cosmica”, della cui importanza sino ad allora nel nostro Paese in pochi ci eravamo accorti e che mi ostinavo a promuovere ovunque potessi scriverne.
I Magma esistevano dal 1969. Nella chiusura dello spazio loro riservato nel numero monografico del mensile “Best” dedicato all’Avanguardia di cui redassi tutti gli articoli, scrissi così: “In ultima analisi, questa banda intergalattica ha una sua collocazione nell’economia della musica moderna, non fosse altro che per il recupero di certa tradizione ‘decadente’ (è dire poco) e il bisogno di slegare completamente il cervello di chi ascolta la musica di ogni giorno, comprese le casalinghe.” (Best, n.5, Maggio 1977, SOPI).
Ora, grazie ad amici super esperti quali Danilo Jans e Marino Passarella, la cui incessante opera di recupero di articoli del passato ha incluso anche i Magma, sono in grado di presentare un mio articolo sulla formazione francese che apparve sul settimanale “Ciao 2001” (n. 9, 3 Marzo 1974), che in copertina recava l’inconfondibile sagoma del pifferaio matto Ian Anderson dei Jethro Tull.
Da quel pezzo sono passati 40 anni, i Magma sono ancora pienamente attivi e in Italia hanno suonato solo una volta, nel 1979, a Brescia e a Milano. Il loro ultimo album “K.A.” è stato pubblicato nel 2004, 21 anni dopo l’epico “Mekanïk Destruktïw Kommandöh”, opera potentissima. Una volta saliti sulla loro astronave, il viaggio quantico nel nucleo dello Space Rock non avrebbe mai avuto fine.
Come testimonia questo video del finale di “Mekanik Destruktiw Kommandoh”, live al Triton nel 2006.
http://www.youtube.com/watch?v=FlJKKtgreqw&list=RDFlJKKtgreqw#t=21
Maurizio Baiata, 14 Dicembre 2014
oggi… la musica è finita, gli amici se ne vanno… e siamo rimasti soli. Si.. soli in compagnia di smartphone e solitudine. Mi dissocio da questo pianeta che amo-odio. La mia nuova casa è quasi pronta… il trasferimento non è lontano. Attendo in religioso silenzio ascoltando i Pink Floid e leggendo la Bibbia. Un connubio strano direbbe qualcuno… nient’affatto!! E’ un’esperienza da fare.
volevo dire Pink Floyd. M’è scappata la i sbagliata. 🙂