Sarebbe anche l’ora di aggiornare questo blog, mi son detto. Il che mi ricorda un mio vecchio collaboratore, eravamo nella redazione di un giornale musicale negli anni Settanta, che scrisse che il musicista tal dei tali “era stato notato per la sua assenza dal palco”... superba contraddizione in termini. Cerco allora di porre rimedio, sollecitato da chi mi ha fatto notare che da tempo non pubblico su queste colonne. Il che non va, oggettivamente. Ci sono però momenti e periodi, brevi, medi o lunghi che siano, nei quali la scrittura non esce. Non escono neppure un titolo, o un pensiero che non si atrofizzi nei post fulminei di Facebook o di un forum che si sia soliti frequentare e dove fra scontri e incontri basta aver detto qualcosa e la coscienza è salva. Già. Il silenzio è d’oro e quando non si ha granché da dire, meglio stare zitti. Preferisco così.
Potrei però dire che il film “Cloud Atlas” mi ha lasciato attonito e con le lacrime agli occhi e che, sembra, da molti non sia stato “capito”, un ottimo segno dei tempi…
Potrei dire del Domenico Modugno straordinariamente incarnato da Beppe Fiorello nella mini serie TV di Rai1 “Volare”… oh Mimmo, il cantante con il quale crebbe dentro di me che ero piccolo piccolo la voglia di sentire musiche e parole cantate in dialetto e in italiano mentre in casa regnava il Bel Canto. Bello sapere che 11 milioni di Italiani lo hanno visto e che, fra questi, ci fossero anche dei giovani.
E potrei dire del senso di pietoso vuoto che mi ha lasciato Sanremo, grazie agli idolatrati saltinbanchi, che neppure nomino, che non fanno Rock, ma filastrocche e dominano – che bravi – l’Italia canterina e mercificata degli spot pubblicitari. All’anima della coerenza “ideologica”, per questi signori che in molti indicano come gran musicisti con un solido background, che si dice conoscano a menadito Zio Frank e che si fan passare per politicamente corretti. Gli Skiantos, i Balordi, persino i Brutos, per non parlare dei Gufi e degli Squallor, quelli sì erano iconoclastici e non chi gioca a rimpiattino con quest’Italia buffona e tutta da bere…
Ci vorrebbe una “Pizzica”, ci vorrebbe una “Taranta” per esorcizzarli, oppure un meteorite… no grazie, di quelli sembra che ne stiano venendo giù sin troppi. Vale però ricordare il pensiero di Steven Greer, il ricercatore UFO americano tanto discusso e bistrattato, al quale una volta (eravamo in macchina e si andava da Roma al congresso di Fiumefreddo in Calabria) chiesi: “Steven, se un asteroide dovesse fare rotta verso la Terra e minacciarne l’esistenza, gli alieni che ci stanno osservando da sempre verrebbero in nostro aiuto? Interverrebbero e ne devierebbero la traiettoria?”
E Steven rispose: “No, Maurizio! Si girerebbero dall’altra parte”. Nonostante quello che leggiamo sul web, penso che Greer abbia ancora ragione.
Buon proseguimento, amici miei!
Maurizio Baiata
21 Febbraio 2013
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