Da tre settimane sto seguendo la prima stagione della serie americana “Fringe”, inedita per gli schermi televisivi italiani, grazie a un graditissimo e inatteso regalo natalizio, un cofanetto contenente sette dvd per un totale di 20 episodi. Quasi ogni sera, mi attende la visione frenetica di due episodi, in lingua originale e senza sottotitoli, per 100 minuti (a parte il “pilota” di 81) artigliato al televisore.
Definita dai suoi creatori J.J. Abrams, Alex Kurtzman e Roberto Orci una serie di science fiction, “Fringe” in realtà non usa il linguaggio della fantascienza, l’immaginazione sfrenata imbrigliata in un canovaccio di sola invenzione. “Fringe” è giornalismo investigativo alle prese con fenomeni che le scienze di frontiera studiano da molti anni. Che se ne occupasse la TV era accaduto con “X-Files”, dove, a un certo punto, si sarebbe pur giunti al nocciolo della questione: “Sappiamo che di più non è dato sapere” e Chris Carter se ne è reso conto, sospendendosi a mo’ di marionetta davanti alla cortina fumogena dell’ignoto da non poter più raccontare.
Se le ragioni sono molte, vale ancora continuare a indagare. Non c’è dubbio, Scully e Mulder hanno fatto tutto il possibile, ma il muro di gomma non si è liquefatto. Per ottenere questo risultato ci voleva qualcos’altro: “Fringe”. Non mi permetterei mai di anticiparne i contenuti e, soprattutto, quanto di nuovo di quel mondo del paranormale (vissuto da ognuno di noi ovunque nel mondo, ma nelle mani di strutture che di esso nulla lasciano trapelare) sto apprendendo. Questa serie americana, giunta alla quarta stagione e della quale non so chi abbia acquisito i diritti per l’Italia, rivela molto di più.
Altrettanto fa “Il Tredicesimo Apostolo”. Non mi attendevo di apprendere del nuovo da una serie italiana e invece sta accadendo e, per giunta, in prima serata, dove il mistero se passa lo fa nelle maglie extrafini di contenitori giornalistici e scientifici in cui l’ultima parola viene solitamente lasciata alle posizioni scettiche.
Invece, nell’arco dei primi quattro episodi de “Il Tredicesimo Apostolo” sin qui trasmessi da Canale 5, per la prima volta dall’avvento del colore nel nostro Paese la fiction si avventura su territori inesplorati e, al momento, visti nell’ottica dell’indagine che non tira conclusioni tranquillizzanti e narcotizzanti. Due gli elementi da segnalare rispetto allo straordinario successo di avvio di questa serie. Che il pubblico italiano l’abbia scelta riservandole altissimi ascolti, nonostante gli argomenti inerpicati su sentieri scoscesi e persino insidiose sabbie mobili. E la narrazione, di storie come avviene in “Fringe” fra loro collegate e intersecate, che non lascia dubbi: se si indagano misteri e fenomeni che sfuggono alla nostra comprensione razionale, si intuisce chiaramente che dietro a tali fenomeni si cela altro ed è proprio questo “altro” che siamo invitati a scoprire.
Anche in questo si dirà, “ma è solo fiction” o, più impietosamente, “sono solo bufale”. Sono pronto a scommettere che “Il Tredicesimo Apostolo” è già oggetto di interesse non solo del grande pubblico (questo lo indicano i ratings), ma di chi questi fenomeni e questi studi osteggia, tenta di demolire, o gestire a suo vantaggio.
Basta leggere alcune sfumature nei primi episodi. Non mi soffermo sulla classe dei protagonisti, Claudia Pandolfi e Claudio Gioè e di un cast sempre di tutto rispetto (come Laura Glavan, la Saturnia protagonista di “6 Giorni sulla Terra” di Varo Venturi) ma su come la produzione, la regia, la sceneggiatura, anche il network che la mette in onda, abbiano già vinto una scommessa grandiosa, contro l’ignoranza, l’oscurantismo religioso, la scienza dogmatica e tutte quelle forze che in un modo o nell’altro li foraggiano.
In questo, tutto sembra persino superare l’intento del regista italiano Alexis Sweet, qui riportato: “Per raccontare Il Tredicesimo Apostolo – spiega – è necessario partire da una premessa: volevamo fare una serie nuova e coraggiosa… nuova in quanto sapevamo di collocarla in un panorama televisivo come quello italiano dove sarebbe stata la prima serie a trattare l’argomento del paranormale in maniera approfondita e coraggiosa perché abbiamo voluto creare e soddisfare aspettative di un pubblico molto vasto come quello di Canale 5 ancora non abituato a questo tema”.
Accennavo però alle sfumature in alcuni passaggi chiave. Nel corso di ogni indagine, che a condurla sia l’agente dell’FBI o dei RIS, un teologo o una psicoterapeuta (come ne “Il Tredicesimo Apostolo”) quando si sta per arpionare la verità, l’ostacolo che impedirà il suo completo svelarsi è rappresentato dal “Potere”, che si incarna nella figura dell’alto prelato, dello scienziato, del Gran Maestro di una loggia, o del militare di alto grado.
Per ora, la serie prodotta dalla Taodue, ci ha mostrato e non solo tra le righe tre espressioni di questo potere. Per la quarta, aspettiamo.
Maurizio Baiata, 12 Gennaio 2012
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Il pensiero illuminante, nasce dalla contraddizione. Fino a quando nel mezzo tra le due apparenti opposte polarità ( razionale ed irrazionale ) ci sarà un intermediario al quale ci affideremo, ( in questo caso l’alto prelato ) il potere chiuderà il triangolo al di fuori di noi .Il quarto potere formerà la losanga ( la vesica piscis ) dalla quale, per parziale sovrapposizione opportunamente bilanciata,si arriverà alla stella di Salomone, perfetto simbolo di equilibrio di forze contrastanti…ma per questo, come giustamente tu affermi, dovremo aspettare e non solo la fine della fiction!
Purtroppo non ho visto la serie italiana perché (sarà stupido ammetterlo ma è la verità) nessun amico mi ha avvisato di cosa si trattasse e per giunta, non vedendo nè la Rai nè altre tv di Stato per ovvii motivi (…), non ho potuto sapere.
Per quanto riguarda Fringe (anche questa non la vedo, ma per un motivo che sarebbe noioso spiegarvi in un commento, ma che è assolutamente serio e motivato) desidero rettificarti, caro Maurizio, perché da noi si è vista eccome: in
prima tv in italiano (gratuita) Dal 9 marzo 2010 è trasmessa su Italia 1. La prima tv su pay TV invece è trasmessa dal 31 gennaio 2009 ed è attualmente in corso su Steel, in digitale terrestre. Ciao ciao
Grazie per le precisazioni, Pino! Quindi la serie e’ passata su Italia Uno, ma sembra quasi che nessuno se ne sia accorto. Chissa’ perche’. Forse varrebbero altre considerazioni, tipo che e’ una serie troppo “avanazata”, vabbeh, comunque grazie. E invece, guarda che in streaming mediaset ti puoi vedere Il Tredicesimo Apostolo tranquillamente e poi ne riparliamo. Abbraccio
Finalmente una buona fiction, intelligente e recitata bene, spero che faccia fino all’ultima puntata dei buoni ascolti magari faranno la seconda seria……..
Sia fringe, sopratutto nel personaggio di walter bishop, che il 13 apostolo sono ottimi prodotti che mi ricordano molto i vecchi sceneggiati della rai, uno su tutti e.s.p con paolo stoppa nelle vesti del veggente olandese Croiset.
Per quanto riguarda fringe i quanti e la teoria delle stringhe la fanno da padroni.
Caro Maurizio, Fringe è una serie straordinaria. Su Mediaset Premium hanno dato le prime 3 serie. Ho avuto l’opportunità di vedere i primi 8 episodi della IV serie, e ti assicuro che migliora di puntata in puntata. Piccolo capolavoro. Un abbraccio…
Alessandro, grazie. Io sono a un quarto della seconda serie e sono dell’avviso che sia la miglior cosa mai fatta in questo settore. Mentre le puntate dell’altro ieri del Tredicesimo Apostolo ahime’ mi hanno ampiamente deluso. C’e’ qualcosa di strano che aleggia su questo degnissimo lavoro, troppe tonache in giro.
Fringe è andata in onda, si, su Italia uno, ma solo in tarda serata, non certo in prima, per il resto è stato trasmesso sia dalle pay tv della catena Mediaset, che satellitari come Fox, anche per questo ha avuto pochi ascolti e poca pubblicità, ma è una serie incredibilmente bella!