Questo articolo della ricercatrice britannica Philippa Foster, scritto nel 2009 e inedito in Italia, pone in luce brillantemente alcuni degli aspetti più delicati del fenomeno abduction, con particolare riferimento alla situazione in Gran Bretagna. Negli ultimi due anni la ricerca in questo campo ha fatto progressi, nonostante la situazione sia ancora di stallo, a causa del disinteresse della classe accademico-scientifica e ufologica tradizionalista. (Maurizio Baiata)
Qui di seguito, alcune riflessioni di mia moglie Philippa a proposito delle ultime informazioni emerse sulle MILABS e sul supporto agli Addotti, dal punto di vista di un terapeuta. Alan Foster
Sono Philippa Foster, moglie di Alan Foster (Advisory Board di Esopolitica – Ricerca e Istruzione). Dopo molti anni di ricerca in campo ufologico e operando come terapeuta a supporto di persone rapite in Gran Bretagna, sento la necessità di esprimermi in relazione alle recenti discussioni sulle MILABS (fenomeno che si registra anche in Gran Bretagna) e a quanto dichiarato da Mary Rodwell (ricercatrice australiana, N.d.R.) in merito al sostegno terapeutico per gli experiencers in Gran Bretagna.
Ho seguito con interesse le varie discussioni che circondano le MILABS (Military Abductions, N.d.R.) e come esse influenzino il Disclosure. È sconcertante constatare come le stesse persone che dovrebbero legittimare la divulgazione, possano essere complici di tali atrocità. Questo però non significa che l’Esopolitica stia partendo con il piede sbagliato per raggiungere i suoi obiettivi, così come la vera politica ha uno spessore ben diverso rispetto ai discorsi dei politici di alto livello. La politica dovrebbe aiutare le persone ad adeguarsi ai problemi più difficili – che nel nostro caso significa il riconoscere che siamo parte di una vasta realtà cosmica e, susseguentemente, il fornire aiuto per reggere agli effetti di una simile rivelazione.
Noi non attendiamo lo scenario del Primo Contatto, perché questo è già accaduto. In tempi recenti, negli anni ’40 e ‘50, ma più volte nella storia, ad esempio sin dall’interazione degli “dei” Sumeri.
Le traduzioni di Zechariah Sitchin attestano primi esperimenti genetici sugli esseri umani condotti dai cosiddetti Annunaki, quindi non dovrebbe sorprendere che i moderni resoconti sulle Abduction rappresentino uno specchio di tali esperimenti e, in particolare, dei programmi di riproduzione inter-specie.
Purtroppo, la sgradevolezza della materia comporta il fatto che molti ufologi rifuggono dai rapiti, come se essi portassero discredito all’Ufologia. Questo non deve accadere. La cosa meravigliosa della moderna Ufologia è che abbiamo l’imbarazzo della scelta nella messe di fatti che comprovano le interazioni con gli Extraterrestri. E molte di queste interazioni hanno prodotto un meraviglioso arricchimento per i Contattati coinvolti. Quindi, sì, sembra che esistano ET “buoni” là fuori, ma purtroppo ce ne sono anche di “cattivi”.
Oggi si stigmatizza anche chi distingue tra bene e male, un punto sul quale ho riflettuto a fondo, credo peraltro che per scegliere saggiamente i nostri alleati non si debba cadere nel pregiudizio, ma affidarsi al buon senso. La Bibbia dice: “Li riconoscerete dalle loro azioni” e credo che questo possa essere applicato allo scenario del Contatto.
Non si tratta di specie, ma delle intenzioni. L’aspetto esteriore è meno importante del contenuto dell’esperienza e, come si sa, l’apparenza inganna. Bob Dean (ex Maggiore dello Shape, NATO, N.d.R.) ha detto che a preoccupare maggiormente i militari (già negli anni ’60, N.d.R.) erano gli ET di apparenze umane, quelli che potevano camminare nelle “stanze del potere” e passare inosservati. Molte persone hanno evidenziato la capacità di alcuni Esseri ET e Inter-dimensionali di cambiare il loro aspetto o di assumere altre forme. Dobbiamo ammettere che in tutto questo anche gli ibridi e i PGLF’s (vedi nota a pié di pagina, N.d.R.) sono altre vittime.
L’Esopolitica si è assunta uno dei compiti più difficili perché, se il Disclosure è auspicabile, dobbiamo essere pronti ad affrontare tutte le sfaccettature del fenomeno, alcuni delle quali veramente orribili. Siamo allo spartiacque della divulgazione, che deve tenere in conto tutti i resoconti degli experiencers, non solo quelli “presentabili”. La razza umana ha una grande capacità di adattamento e la gente ha bisogno di sapere tutta la verità, anche se non sempre è piacevole.
Riconoscere che esiste un lato oscuro del Contatto ET in realtà spiana la strada per il compito più importante, quello di ottenere aiuto per le vittime di rapimenti, siano essi perpetrati da extraterrestri o da unità militari, o da entrambi. Questo dovrebbe essere il nostro obiettivo, anche se la divulgazione governativa non è imminente. Abbiamo bisogno di professionisti del settore medico come il dottor Roger Leir e il compianto dottor John Mack, per far sì che le persone colpite dagli effetti negativi fisici ed emotivi del rapimento possano ottenere l’aiuto professionale di cui necessitano senza timore di ripercussioni. (Sarebbe utile conoscere i disagi di salute mentale, in quanto gli effetti possono essere devastanti per il benessere psichico di alcuni individui). E Budd Hopkins e Carol Rainey hanno dato un contributo sostanziale alla nostra comprensione della scienza, proprio sostenendo la validità delle testimonianze dei rapiti. David Jacobs e Whitley Strieber hanno altresì apportato contributi sbalorditivi grazie alla loro coraggiosa ricerca della verità. Fate attenzione, però, gli studi e le terapie sulle abduction non sono per i deboli di cuore. Abbiamo il privilegio di poter beneficiare del lavoro di chi ci ha preceduto, per trovare insieme soluzioni ai problemi subiti dalle vittime di questo fenomeno. Tenendo questo a mente, diviene più facile far fronte alle conseguenze del Disclosure.
Domenica scorsa con Alan seguivo in TV un’intervista all’arcivescovo Desmond Tutu, a proposito del suo impegno per far fronte alle conseguenze dell’apartheid in Sud Africa in seno alla “Truth and Reconciliation Commission”. Credo che, potenzialmente, l’Esopolitica possa svolgere un ruolo simile, perché con l’avvento del Disclosure verrà a galla anche l’orrore di ciò che ha avuto luogo. Potrebbe essere un nuovo inizio per l’umanità, nel quale il perdono avrà un ruolo di enorme importanza. Forse, era ciò a cui si riferiva “District 9”. Film terribilmente impietoso, ma ha toccato molti temi importanti. Ha creato grande disagio a causa della sua scelta geografica (il Sud Africa), ha ricordato la disumanità dell’uomo verso l’uomo, ma ha anche portato alla ribalta il fattore sociale dell’essere toccati da un fenomeno esterno. Quando il protagonista muta per sempre a causa del suo coinvolgimento con gli alieni e inizia a essere “diverso”, la sua famiglia non solo lo rifiuta, ma è persino pronta a sacrificarlo alle autorità. Poi diventa la cavia sperimentale di un’organizzazione ombra, che vuole approfittare del suo DNA ibrido per sviluppare nuove armi, senza dargli alcuna via di uscita e un minimo di pietà. Nessuno a cui possa chiedere aiuto, il protagonista si risolve a vivere tra gli stranieri che sino a poco prima disprezzava.
In realtà, ho verificato tutto questo con molti addotti e in particolare con gli Star Children (“Bambini Stellari”, N.d.R.). Questi soggetti nutrono un odio profondo per quello che subiscono dagli ET, soffrono il disagio sociale del sentirsi diversi sino ad essere estraniati dalle persone a loro più care e ovviamente non possono avere alcuna fiducia nei militari, che sentono implicati e complici. Così, in assenza di qualsiasi alternativa migliore, finiscono per formare scomode alleanze con i loro stessi sequestratori. Inoltre, non possono rivolgersi al loro medico per risolvere i loro problemi fisici (dal panico, alle infezioni, impianti e così via) per paura di essere considerati malati di mente e inevitabilmente vengono loro somministrati psicofarmaci, con le ovvie conseguenze.
A complicare il problema, gli ET a volte gli dicono che se gli addotti cooperano poi li faranno sentire meglio, il che è chiaramente un ricatto, ma la vittima ha forse una diversa alternativa?
Il secondo grande problema che ho incontrato è la difficoltà che i terapeuti Inglesi devono affrontare nel cercare di assistere i rapiti. Mary Rodwell ritiene impellente un maggiore aiuto agli experiencers inglesi e sono pienamente d’accordo. Questo si è però dimostrato un compito improbo. Nel corso degli anni ne ho viste così tante che ora, in tutta coscienza, ritengo non si possa chiedere ai terapeuti di mettersi in gioco di più, sin quando non si renderà disponibile un qualche supporto anche per loro.
Alcuni anni fa io e Alan abbiamo cercato di raccogliere una dozzina di terapeuti dichiaratamente aperti all’idea di aiutare le vittime di qualsiasi trauma associato con le esperienze di contatto più negative. E, nel contempo, per dare alle persone l’opportunità di condividere esperienze positive. Fu tutto molto informale, strettamente confidenziale e spesso gratuito. Si spaziava dal semplice ascolto delle loro testimonianze, alla regressione, alla consulenza terapeutica, qualora necessario.
In Inghilterra, quelli che si dimostrarono maggiormente capaci furono i terapisti olistici (Complementary therapists, riconosciuti in Gran Bretagna e in Irlanda, N.d.R.), più aperti ad altre realtà rispetto al personale medico tradizionale. Tuttavia, si registrò un tasso elevato di ricambio dei terapisti sia nel supporto ai Contattati (contatto benevolo) sia agli addotti (contatto malevole), perché tale impegno tende a devastare la vita stessa del terapeuta. Non ricevono alcun sostegno da parte della categoria medica tradizionale e il loro mero impegno può nuocere alla loro carriera. Inoltre, soffrono attacchi personali da una varietà di fonti. C’era chi non riusciva a scendere a patti con le storie che stava ascoltando. Chi aveva i telefoni sotto controllo, o sulla sua casa ronzavano gli elicotteri e spesso si sono ammalati. Alcuni sono diventati vittima di abduction loro stessi.
Penso che questo ultimo aspetto sia stato ciò che “Il quarto tipo” ha messo in evidenza. Si creda o meno ai suoi contenuti, il film riflette l’isolamento professionale e gli orrori personali che alcuni terapeuti nel campo dei rapimenti hanno sofferto. Sembra che ai rapitori non vada a genio di avere interferenze con i loro soggetti… I terapeuti che resistono più a lungo sono propensi ad auspicare la cooperazione, ma sono molti gli addotti che non potranno mai accettare quello che stanno vivendo, soprattutto se anche i loro figli sono presi di mira.
Ma le persone devono sopravvivere in qualche modo alle loro esperienze e, se nessuno li protegge, si può capire perché le persone scelgono di soccombere, piuttosto che lottare contro l’impossibile.
Forse è questo ciò che è accaduto negli anni ’40 e ‘50, quando (siamo disposti anche a credere) che vennero stipulati accordi ufficiali con gli ET, ai quali furono consentiti i rapimenti in cambio di tecnologia. Fu forse un caso del tipo “se non puoi batterli, unisciti a loro?”. Stiamo ancora subendo le conseguenze di tali decisioni?
Per il futuro, a fronte delle molte ingiustizie impossibili da cancellare, si profila una grande opportunità di cambiamento e di guarigione. Abbiamo bisogno di persone di alto livello per alleviare gli effetti negativi del contatto ET, restando comunque ottimisti rispetto ai benefici che potremmo ottenere abbracciando il nostro destino cosmico. Desmond Tutu ha detto che a volte è necessario aprire una ferita per poterla pulire e sanarla.
I rapimenti condotti dagli ET e dai militari sono ferite che hanno bisogno di essere pulite perché possano guarire, per permetterci di andare avanti nella prossima fase del contatto. Non sono affatto certa che verrà fatta giustizia, ma dobbiamo tracciare una linea di demarcazione che stabilisca solo un principio: “Questo non deve accadere mai più”. E, grazie alle anime coraggiose che hanno parlato delle loro esperienze con gli ET e gli esseri interdimensionali, possiamo vedere che, al di là delle poche mele marce, sono molti di più gli esseri non terrestri che ci tratteranno con rispetto.
Gli umani possono essere sorprendenti e non devono sentirsi inferiori ai nostri vicini cosmici. Gli ET benevoli estendono l’invito all’umanità affinché essa faccia il suo ingresso nell’arena Cosmica non da subordinata, ma da pari a pari ed è importante che siamo convinti di questo, in modo da compiere le nostre scelte su un piano collettivo del futuro, altrimenti rischieremmo di vederlo imposto su di noi da esseri le cui motivazioni sono meno nobili.
L’Esopolitica e la divulgazione sono estremamente importanti ai fini del raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissato.
Nota
PGLF sta per “Forme di vita a Generazione Programmabile”, in riferimento ad entità biologiche clonate artificialmente e possibilmente create in installazioni sotterranee. Ciò, sulla base di quanto segnalato da informatori all’interno del programma MILABS. Vengono descritti come alieni artificiali, programmati per assolvere a diversi compiti. Mentre si continua a discutere se si tratti di esseri controllati dai militari, oppure reali Extraterrestri, o entrambi.
Philippa Foster, 8 Dicembre 2009. (Philippaafoster@googlemail.com)
Note biografiche su Philippa Foster sono consultabili nell’articolo originale in Inglese consultabile su questo stesso blog.
Traduzione ed editing a cura di Maurizio Baiata, 10 Gennaio 2012
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
ma queste forme di vita biologiche da chi sono controllate
Presumo, dai loro Creatori.