Molte sono le cose della vita che non vanno esattamente come te le aspetti, a volte proprio quelle alle quali tieni maggiormente. Io a questa storia tengo molto, perché mi riguarda. Vale parlarne perché un’esperienza di abduction si comprende pienamente solo nel tempo. I tasselli si aggiungono lentamente, senza metodo, quasi uno alla volta. Un addotto famosissimo, Whitley Strieber, sul finire degli anni ‘80 durante una conferenza ufologica organizzata dal MUFON negli USA, disse che per gli addotti, dopo un percorso lungo e tortuoso, alla fine del tunnel c’era la luce. In quell’occasione sul palco Strieber era con altri addotti e uno di loro replicò seccamente di non sapere se alla fine di quel percorso alla fine del tunnel ci fosse la luce, ma di sapere per certo che c’era il terrore. In questa dicotomia bruciante secondo me risiede tutto il dramma delle esistenze umane coinvolte nel fenomeno Abduction. La presa di coscienza tra luce e tenebra. Una strada che si rischiara sempre più grazie a quello che possiamo apprendere da altri, ma soprattutto riusciamo a scovare dentro di noi. Nel mio caso, dopo 11 anni di confusione mentale e spirituale, ora so che esiste un collegamento fra l’incontro con i grigi del 1999 e l’incidente del 1971 e le esperienze di pre-morte ed extracorporea che ne seguirono. Lo devo alla regressione ipnotica. Il racconto, rispetto a quanto ne avevo ricordato, è leggibile qui:
http://mauriziobaiata.net/2011/10/30/la-mia-esperienza-di-contattoabduction/
Dunque, seppure non completamente, gran parte di quanto mi accadde nel 1999 era venuta a galla grazie all’ipnosi regressiva condotta dalla psicoterapeuta Ruth Hover negli studi di Open Minds, a Tempe, in Arizona, l’anno scorso.
Ne era emerso uno scenario molto diverso rispetto a come l’avevo sempre ricordato. Avevo sbagliato nel credere che l’incontro con i tre grigi si fosse concluso nel modo rimasto impresso nella mia memoria per oltre 10 anni.
Alla luce della regressione, in me si era fatta strada una nuova consapevolezza. Non ancora sufficiente, però, ad andare oltre il ricordo cosciente del mio vissuto. Per farlo, dovevo rivedere la videoregistrazione della seduta ipnotica, così da aggiungere altri dati e completare il quadro.
Purtroppo però, sia stato il fattore umano (errore manuale) sia stato un problema tecnologico (un download frettoloso dei dati analogici sul supporto digitale), fatto sta che ho rivisto la regressione e il racconto risulta ancora incompleto.
Alla mia partenza da Phoenix alla volta di Los Angeles, nel Dicembre 2010, mi erano stati consegnati due dvd contenenti le immagini della regressione registrate dalla regia di Open Minds. A quel che ricordavo, la seduta era durata circa un’ora e mezza. Invece, la registrazione consta di soli 35 minuti di immagini, ripetuti tre volte, ovvero la stessa scena ripresa da tre diverse angolazioni. All’appello manca tutta una seconda parte, durante la quale sono certo di aver “visto” altre cose, alcune delle quali ho in effetti ricordato lucidamente. Ho comunque lavorato sul dvd, per trascriverne il testo integralmente. Di quanto di nuovo sia emerso, qui anticipo un paio di punti.
Sono dunque con Ruth Hover nello studio TV di Open Minds, seduti su due comode poltrone affiancate. Parliamo dell’esperienza per come la ricordavo e Ruth mi fa notare che è essenziale porsi in uno stato d’animo tranquillo e focalizzare la propria attenzione al momento che si vuole rivedere. Come in un film del quale sei tu il protagonista. “Proiettando quel film, nonostante la persona possa uscirne terrorizzata, sarà il suo inconscio a far emergere i particolari…” Queste le parole di Ruth. Così, il mio ricordo riaffiora e, tranne alcuni dettagli, sin qui tutto corrisponde. Poi, all’undicesimo minuto la situazione cambia. Nel fare il replay della situazione a quella notte del 1999 avviene qualcosa che non ricordavo. Dico infatti a Ruth Hover:
“Oh, non ho dubbi, andrei con loro”.
Cosa può essere successo? In stato di ipnosi, penso di essere entrato in una frequenza diversa. Ovvero, che mi sia staccato dallo spazio/tempo del presente di Tempe, per entrare nella mia stanza, sveglio da pochi secondi, alle quattro di una notte del 1999. E ora mi vedo reagire diversamente da come ho sempre creduto. I tre esseri grigi sono accanto al mio letto. E accetto il loro invito a seguirli. Questa è l’interpretazione che posso darne. Non mi sembra cosa da poco.
Il secondo passaggio che vorrei evidenziare riguarda le modalità del mio trasferimento dalla stanza da letto al terzo piano della villa dove mi trovavo, all’ambiente dove l’incontro con i grigi si sarebbe sviluppato. Una fase che non ricordavo, rimossa dalla mia memoria cosciente e che ora mi appare chiara. Il trasferimento avvenne a bordo di un’automobile. E fu eseguito non dai grigi, ma da esseri umani vestiti di scuro, nello stile dei Men in Black, individui la cui presenza descrivo alla Hover quasi di sfuggita e senza alcuna sorpresa, da parte mia. Segno che anche questo punto era stato “rimosso” e il mio subconscio non gli aveva dato alcuna collocazione, logica o illogica che fosse.
Di certo, questa prima regressione mi ha consentito di “vedere” una nuova realtà: sono stato io a consentire il contatto attraverso l’accettazione del rapimento.
Ora mi ritrovo però ancora con i miei dubbi. Il video della seduta non è completo. Questo rende necessaria un’altra regressione. Un altro piccolo passo sulla via della comprensione, mia e forse di altre persone che hanno vissuto esperienze simili.
Maurizio Baiata, 28 Dicembre 2011
Ciao Maurizio da questo articolo trapela un attaccamento quasi morboso a quella e forse non vorrei sbagliare unica seduta di ipnosi regressiva, che come risultato ti ha dato poche certezze e molti dubbi. Domanda: perchè non provi ad eseguire altre sedute di ipnosi anche con operatori diversi e vedere meglio cosa ne esce fuori? “Qualcuno” lo conosci anche molto bene, potrebbe essere l’occasione per avere un’altro punto di vista magari con dettagli nuovi o inediti, d’altronde l’ipnosi è uno strumento potentissimo ma l’abilità di chi la usa cioè l’operatore che la esegue è fondamentale e potrebbe fare luce sui tanti dubbi che ti sono rimasti.
Rosario
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Molto inquietante Maurizio…
Da ciò che riemerge dalle moltissime esperienze di sedute di ipnosi regressiva mi sembra di capire che esiste forse una non volontà di cancellare in via definitiva dalla memoria olografica presente nel cervello umano, i ricordi del “prelievo”.
Puiò darsi anche che come nel seguito di “2001 a space odissey” ovvero “2010 l’anno del contatto” quando un ingegnere fa notare al Dr. Chandra che potrebbe non essere possibile alterare porzioni della memoria olografica di H.A.L 9000, per un limite fisico del nostro cervello “Loro” non possano intervenire in via definitiva.
Senza ovviamente uscire dallo stato di mimesi che vorrebbero permanesse.
Come inquietante è la presenza dei M.I.B che mi fa tornare in mente la scenda del film “Knowing” quando i due bimbi vengono prelevati da un auto con due di Loro per essere portati sul luogo finale…
La presenza delle pietre nere non è casuale…
Grazie.
Marco71.
Maurizio forse è il momento di cambiare e vedere la situazione con un altro strumento che ti permetta di gestire da sola la situazione….tipo il Simbad
Ogni momento e’ buono e giusto per crescere dentro. Vedi Roberto, le esperienze collegate sono proprio il filo rosso che unisce il Tutto. Non e’ mai stata mia intenzione di gestire da solo la situazione, come se sapessi tutto quello che significava. Ho pero’ le persone giuste accanto per approfondire qui in Italia, anche se nell’impossibilita’ attuale di passare ad un’altra fase con Ruth Hover. Altri strumenti, si’, ok, vedremo! Un abbraccio, Maurizio
Maurizio capisco il tuo desiderio di comprendere e ricordare…ma non attraverso il cervello…non forzare te stesso a ricordare e rivedere il tuo vissuto, per esperienza personale questo “buco” nella tua memoria è il motore per le tue ricerche, per il tuo lavoro…è utile che ci sia…altrimenti ricorderesti ogni cosa…quando riempirai questo buco non è detto che Ti sentirai meglio o potrai raccontare di più, quando arrivi a comprendere ogni cosa…non hai più nulla da fare qui 🙂