Come in politica, così in ufologia, all’opposizione reale nessuno ci sta. L’Ufologia, in quanto, tale dovrebbe rappresentare una fonte di espressione alternativa al sistema, ma questo oggi avviene in modo disarticolato e solo grazie all’esistenza di Internet. Interrogarsi sull’opportunità di avviare in Italia iniziative simili alle “petition” inoltrate al governo Americano è giusto, ma dobbiamo tenere conto della situazione e capire su quale territorio ci si potrebbe muovere e come.
Nel nostro Paese il numero degli “ufologi fai da te” sembra aumentare costantemente. Gli indipendenti ci sono sempre stati, ma oggi fra forum, blog e social network essi ormai rappresentano un fronte in crescita molto ampio e agguerrito, seppur disomogeneo.
Le associazioni di ricerca sugli UFO costituite su basi statutarie e strutture piramidali, suonano come trombe sfiatate che non vanno oltre l’espressione del massimo dell’ovvietà, quando dicono che il fenomeno UFO esiste. Di più non si permettono perché per proprio tornaconto si genuflettono al cospetto delle autorità istituzionali. Per mantenere lo stato di fatto, i vertici di tali associazioni non possono incentivare idee innovative, come l’Esopolitica, né favorire attività nei campi più delicati, come la questione Abductions/Esperienze di contatto.
Inoltre, rispondendo a esigenze collegate con il sistema di cover-up, provvedono solertemente a smontare d’ufficio le testimonianze più scomode per lo status quo. Nel farlo, dicono di separare il grano dal loglio, ma sono proprio loro a seminare zizzania, infestando l’intero campo della ricerca ufologica e influenzando in particolare le nuove leve. Ovvio che, avendo un po’ di sale in zucca, da tali micro agglomerati di potere si tenda a uscire o a non entrarvi per niente.
Così crescono gli ufonauti virtuali, ma non solo virtuali. Essendo impossibile farne un censimento e non disponendo di dati statistici su un campione significativo della variegata umanità degli ufologi indipendenti, possiamo solo avanzare delle ipotesi sulla loro consistenza.
Limitiamoci ai numeri, ipotetici (ma non troppo) e dividiamo lo scenario in due categorie. La prima, quella degli iscritti alle associazioni, la seconda, quella degli indipendenti. Ci può essere di aiuto un semplice parallelo con gli Stati Uniti.
Per la prima categoria, un dato approssimativo indica che negli USA gli iscritti alle associazioni ufologiche sono circa 4.500. Parliamo di membri attivi di gruppi consolidati con esperienza e presenza pluriennali, come il MUFON (Mutual UFO Network,), il CUFOS (Center for UFO Studies) e il FUFOR (Fund for UFO Research), ai quali si aggiungono diversi altri gruppi satellitari o autonomi. Il MUFON, da solo con i suoi circa 2.500 soci accertati, non riesce neppure a coprire tutti gli Stati Uniti, ma conta “chapters” un po’ ovunque.
Ora, il parallelo con l’Italia. La popolazione USA assomma oggi a oltre 300 milioni di individui, gli Italiani sono circa un quinto. Allora, dividiamo per cinque i 4.500 ufologi americani certificati e ricaviamo una stima approssimativa del numero di ufologi italiani aderenti a gruppi di ricerca noti: 750 persone. Tale stima, peraltro, potrebbe non fotografare una situazione effettiva ed è possibile che le cifre reali siano di gran lunga inferiori. Sarebbe bello che le maggiori associazioni italiane divulgassero dati aggiornati e veritieri sul numero dei loro tesserati – d’altronde non si tratta di segreti di Stato – ma ciò che conta è che comunque qualunque azione socio-politica verso un UFO disclosure in Italia dovrebbe basarsi su altri dati, altre forze e soprattutto altre strategie.
Infatti il possibile numero di persone interessate al fenomeno UFO in generale in Italia è immensamente più grande di un pur ottimistico “750”. Probabilmente va moltiplicato per 20. E, soprattutto, non si tratta solo di numeri. Ma di persone. Persone che pensano con la propria testa, vivono la loro passione intensamente e si impegnano costantemente nella ricerca soprattutto (ma non solo) attraverso la rete, un cyberspazio disorganico e caotico in cui lo spazio espressivo è per tutti e di tutti. Molte di queste persone sono giovani. E molti di loro sono preparati. L’ho constatato spesso, in interminabili discussioni concluse il più delle volte raggiungendo punti di incontro.
Pur essendo partiti da distanze che inizialmente apparivano incolmabili, o da ideologie in contrapposizione, il dialogo con questi ufologi indipendenti può portare a risultati costruttivi e concreti. Molti di loro, inoltre, non sono “anonimi parlanti”, non tutti si trincerano dietro pseudonimi e certamente, si rifiutano di vivere nell’ombra di questo o quel capo cordata. Aprono i loro blog e si esprimono liberamente, intervengono sui forum e in quel che dicono sui social network mettono nome e cognome, nonché la faccia. Per questo rappresentano la vera spina nel fianco del potere costituito.
Per questo, mi schiero al fianco di questa ufologia individualista e non gruppettara, poliedrica, non inquadrabile o influenzabile. Un terreno nuovo, dove possono incontrarsi posizioni ritenute inconciliabili e separate da barriere ideologiche e di ruolo.
Maurizio Baiata, 20 Dicembre 2011
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