Il 21 Giugno 2008 si spegneva a Roma, all’età di 80 anni, Eufemio Del Buono, ufologo, spiritualista e cultore di esoterismo. Nel ricordarlo con un comunicato sul sito online DNA Magazine (da tempo disattivato), scrivevo “… il più burbero, simpatico, sincero e battagliero rappresentante della vecchia guardia dell’ufologia italiana di indirizzo contattistico. Il cuore di Eufemio ha cessato di battere la scorsa notte, a causa di un’insufficienza renale che lo aveva da tempo debilitato. Nel dare questo triste annuncio, la redazione di DNA Magazine e della Hera Edizioni si stringe attorno alla famiglia di Eufemio e a tutti i suoi cari. Ci mancherà Eufemio. Gli volevamo bene. Per alcuni è stato un “padre” e una vera guida lungo questo duro percorso della nostra vita terrena. I funerali si svolgeranno lunedì mattina nella capitale”.
E ci andai a quel funerale. Non potevo mancare. Non per fare numero in una chiesa, ma per poter dire, magari un giorno lontano, che avevo salutato un amico importante per tutti noi e insieme a moltissima altra gente che gli voleva bene.
La sapeva lunga, Eufemio, sulle vicende contorte dell’ufologia italiana.
Ne ha fatto parte per decenni, suo malgrado, come ricercatore e divulgatore, ma non mi risulta che si sia mai sentito in dovere di entrare in questa o quell’organizzazione. Eufemio era uno studioso indipendente, uno spirito libero e lui alle regole del gioco non si era mai piegato. Tant’è che sono stati i vertici dei nostrani enti di studio sul fenomeno UFO a mal celare la sopportazione che sul loro viso si stampava all’apparire di Eufemio al Maurizio Costanzo Show, o in qualunque altra occasione televisiva dove la sua presenza avrebbe catalizzato l’attenzione e innescato furibonde schermaglie verbali dalle quali lui sarebbe uscito sempre vittorioso.
Da sempre, tali enti, avevano sdegnosamente emarginato, irriso e calunniato il contattismo in generale e i suoi esponenti storici ed Eufemio, che da sempre si era esposto come mediatore fra ufologia e contattismo in Italia, era stato messo all’indice. Non che gliene importasse molto, peraltro. Era in buona compagnia, con Adamski, Menger, Siragusa e Dibitonto, quest’ultimo ancora attivo nella divulgazione, anche se nella massima riservatezza. E la lista potrebbe essere molto lunga.

La stretta di mano fra Eufemio Del Buono e George Adamski, durante la visita del contattista americano a Roma.
Queste persone hanno rappresentato il versante esoterico dei fenomeni di contatto e hanno testimoniato il legame metafisico e spirituale esistente fra l’umanità e creature appartenenti a diversi piani di realtà e/o provenienti da altrove nel Cosmo. Ognuno a modo suo si è fatto tramite del messaggio che rimane indigesto agli ufologi tradizionalisti e a quanti interpretano la questione solo da un punto di vista negativo: esistono esseri extraterrestri che operano per il bene dell’umanità. Punto.
Eufemio nell’esporre tale principio, in nome del suo credo interiore e della missione che ha voluto compiere in vita, è stato un maestro di inarrivabile capacità comunicativa. Ora che da tre anni non è più fra noi, la sua mancanza si avverte. Come pochi, ha avuto il coraggio di sfidare apertamente due categorie di esperti che dell’ufologia hanno fatto mestiere: quella scientista pietosamente arroccata su posizioni da santa inquisizione e quella degli ufologi che, pur professandosi per la realtà dell’esistenza del fenomeno UFO e degli Incontri Ravvicinati, si sono allineati al sistema e vanno a braccetto con la nostra Aeronautica Militare.
Per fare un esempio al contrario, torniamo allo “Zodiaco”, il caffè-ristorante creato da Eufemio, dalle cui grandi vetrate si gode il panorama mozzafiato del centro della Roma imperiale lambita dal Tevere e lo sguardo si scioglie dal quartiere Prati alle mura del Vaticano sino ai Castelli. Su quel vialetto migliaia di coppiette si sono date il primo bacio e tutte dovrebbero ringraziare Eufemio e quella ringhiera affacciata su Roma.
Lui vi ha trascorso tutta la vita, in cima a Monte Mario, osservando il cielo da un punto altamente strategico, a due passi dall’osservatorio Astronomico di Roma. Lì aveva eretto lo “Zodiaco”, perché proprio lì negli anni ’60 avvenne il suo primo avvistamento. Un grande oggetto discoidale apparve e stazionò a perpendicolo nel cielo della capitale ed Eufemio visse con emozione lo spettacolo, tanto da farne il suo cavallo di battaglia nei racconti agli innumerevoli ospiti del ristorante, nelle centinaia di partecipazioni radiotelevisive e nei suoi articoli.

Massimo Fratini (a destra) e M. Baiata consegnano la targa del primo “Premio George Adamski” ad Eufemio Del Buono.
Monte Mario fu il teatro di un altro importante avvistamento romano, non così noto come quello di Del Buono, ma rimasto impresso su pellicola. Il filmato, probabilmente risalente al 1962, fu reso noto da Bruno Ghibaudi, giornalista aeronautico e scientifico allora notissimo in campo ufologico. Lo spezzone ripreso con una cinepresa super 8 in bianco nero fa parte di un film documentaristico italiano del 1963 intitolato “I misteri di Roma” e diretto da 17 registi fra i quali Gianni Bisiach, Libero Bizzarri e Cesare Zavattini. Un film-giornale, dunque, nel quale Ghibaudi, intervistato su una veranda prospiciente Piazzale Clodio, mostra le immagini di un disco volante di tipo campanulare (adamskiano) che compie evoluzioni sulla verticale di Monte Mario, proprio dove oggi si erge il “Caffè Lo Zodiaco”. La ripresa, di qualità eccellente, dura circa 20 secondi.
L’intervistatore (forse Bisiach) chiese a Ghibaudi: “Perché questi filmati non vengono fuori?” e il giornalista rispose: “Perché i militari dei governi mondiali se ne impadroniscono e li fanno sparire”. Fu Ghibaudi però a uscire di scena, repentinamente, prima della pubblicazione dell’ultimo di una lunghissima serie di suoi articoli apparsi sul quotidiano “Il Tempo” di Roma. Il penultimo terminava pressappoco così: “Nel prossimo articolo svelerò tutto quello che so sul mistero dei dischi volanti”, ma il pezzo non venne mai pubblicato. Ghibaudi, da allora, ha abbandonato la comunità ufologica italiana e le ragioni del suo ritiro non sono mai state chiarite. Fonti da me verificate e che ritengo attendibili in quanto a lungo legate da sincera amicizia con Ghibaudi (ancora vivente), sostengono che il giornalista fu ridotto al silenzio da “organi superiori dello Stato” (la frase citata è dello stesso Bruno Ghibaudi).
Non sono in grado di stabilire se Ghibaudi e Del Buono si conoscessero o abbiano avuto la possibilità di condividere informazioni, ma lo ritengo assai probabile e sta di fatto comunque che Del Buono ha sempre denunciato sia il cover-up notoriamente portato avanti dai governi mondiali, incluso quello italiano, sia la sua estrema diffidenza nei confronti degli ufologi di Stato. E nessuno lo ha mai ridotto al silenzio. Dopo il console Alberto Perego, infatti, Del Buono capì che per divulgare senza compromessi era necessario avere appoggi, anche importanti e non ha fatto mai mistero delle sue conoscenze in politica. Anzi, lo “Zodiaco” era un autentico ricettacolo di incontri ad ogni livello, da sempre riguardanti gli UFO e gli Alieni.

Il colonnello Philip Corso risponde alle domande di una giornalista dalla ringhiera dello “Zodiaco”. (foto: Paola Harris)
Dei molti ai quali ho potuto partecipare ricordo in particolare quelli con il colonnello Philip Corso e con il maggiore Robert Dean, testimoniati da registrazioni in video che conservo e che avrei voluto mostrare al prossimo convegno di Roma, ma purtroppo rimaste a Los Angeles. Vedere all’opera questi vecchi leoni è stato un onore. E sia chiaro che nelle loro conversazioni (io fungevo da interprete) si andava ben al di là della mera questione UFO. Un episodio su tutti. Corso ed Eufemio si tengono per mano l’uno di fronte l’altro. Io gli sono vicino. Eufemio dice: “Quanto tempo ancora ci resta?”, Corso resta in silenzio. Per almeno un minuto i due comunicano senza parlare, Eufemio abbassa lo sguardo. Poi alza gli occhi, mi scruta in modo strano, per me inesplicabile e che non dimenticherò mai e mi dà un buffetto sulla guancia.
Per chiudere, allora, credo giusto ricorrere alle parole di Eufemio che appaiono in chiusura del suo libro “Noi e gli Extraterrestri”, che riporto fedelmente.
Scrive Eufemio: “Forse le mie argomentazioni saranno criticate, per aver dato alla ricerca sul «fenomeno dischi volanti» un’impronta spirituale, parlando spesso di Amore Universale, di pace tra gli uomini e di Fratellanza Cosmica. Se ciò avverrà, voglio ricordare a quanti lo faranno che – latitando la scienza – ho anche portato prove passate al vaglio scientifico, a testimonianza della «realtà» di detto fenomeno, dimostrando di saper rimanere, come si suol dire, con i piedi per terra. Se ho parlato di amore e di fratellanza è perché, ormai, non si può più negare il fatto che siano stati i Fratelli dello Spazio ad edificare i Libri Sacri di tutte le religioni della Terra e far sì che avvenissero molte delle apparizioni «celesti». E poiché tanto le une quanto le altre concorrono ad elevare spiritualmente l’uomo, non vedo la ragione per la quale avrei dovuto tacere il nesso che unisce queste alla presenza dell’aviazione aliena che opera nei cieli del nostro pianeta. Tacendo mi sarei comportato alla stessa maniera, adottata nei riguardi di questo problema, dalle autorità politiche, scientifiche, militari e religiose mondiali e la mia coscienza non me lo avrebbe permesso.”
Alla figura di Eufemio Del Buono è dedicato un grande congresso che si terrà a Roma, il prossimo 14 Gennaio. Vi consiglio di non mancare.
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Maurizio Baiata, 9 Dicembre 2011
hi??