Il concetto stesso dell’esistenza di esseri Extraterrestri che interagiscono con noi è rivoluzionario. Si oppone al potere vigente e parlarne serve ad aprire la mente della gente verso questioni politiche, sociali e di libertà di pensiero che altrimenti soggiacciono alle regole del gioco. Un gioco nel quale la comunicazione di massa, attraverso il mezzo televisivo, trova la sua massima espressione di asservimento culturale e sociale utilizzato dal sistema per educare e controllare noi tutti.
Per questo, partecipare a un talk show televisivo italiano, invitati per parlare di UFO e alieni, non è un passatempo. È un impegno importante e da affrontare responsabilmente, sia che il programma venga trasmesso da un network nazionale, sia che venga gestito da un’emittente di minori proporzioni e bacino di ascolto, a livello regionale e locale.
Non contano le dimensioni della televisione che ti ospita. Conta il fatto che chi accoglie un invito a parlare di UFO e Alieni lo faccia per la giusta causa della migliore informazione che si è in grado di comunicare. Con la consapevolezza che il più delle volte si avranno di fronte scettici di professione, ufologi/debunkers, tirapiedi dei militari e dei servizi segreti, rappresentanti del clero, scienziati pusillanimi, giullari di corte, mitomani e svitati.
Un vero ben di Dio… questo però non significa solo correre il rischio di non riuscire a esporre coerentemente la propria idea, una testimonianza, o i risultati di una determinata ricerca. Lo show non riguarda solo l’esperto che si espone, riguarda soprattutto il pubblico che compone la cosiddetta “Audience”, termine dietro il quale si cela un numero di individui che va da zero a svariati milioni. In primis, quindi, va dimostrato massimo rispetto per lo spettatore sintonizzato su quel determinato canale e che ha scelto di seguire il tema in discussione, perché sarà la sua sensibilità a fargliene percepire l’importanza, consentendogli di allargare le sue vedute e non restare supino e passivo, sordo a ogni sollecitazione che sia estranea e… aliena.
Oggi, ogni giorno sempre di più, le persone dimostrano di non essere stolte e/o facilmente manipolabili, anche di fronte a palinsesti massacrati dall’ignoranza. In merito al condizionamento di massa perpetrato dai media, la TV in primis, sulle tematiche che ci riguardano maggiormente, riporto un passaggio del discorso pronunciato dal ricercatore lituano Daniel Estulin al Parlamento Europeo, a Bruxelles, l’11 Agosto 2010:
«Le operazioni psicologiche a cui siamo sottoposti quotidianamente, gli UFO, il Gruppo Bilderberg, sono argomenti che la maggioranza delle persone ignora o associa a storie di “fantascienza” grazie soprattutto alla sofisticata propaganda mediatica a cui sono costantemente sottoposte. Infatti, se da una parte numerosi film e serie televisive contenenti brandelli di verità vengono programmati con lo scopo di testare e pilotare culturalmente gli spettatori proiettandoli in realtà futuribili, dall’altra forniscono gli elementi per poter screditare facilmente eventuali fughe di notizie e proteggere le operazioni in corso. Ovviamente, in quanto strumenti fondamentali per la manipolazione, la “macchina” di Hollywood e tutti i media mainstream che diffondono informazioni sono sempre stati al servizio dell’Elite. Elite che, grazie alla conoscenza della cultura esoterica e al genio di numerosi scienziati (non sempre consenzienti), ha distrutto, cancellato, rimodellato, corrotto, ucciso, perseguitato, inquinato, ingannato, sfruttato e perpetrato ogni sorta di abominio.»
Ora, la qualità di ciò che siamo chiamati a discutere non è volatile come possono apparire gli UFO. Al contrario, è concreta e terrena e concerne le forze che si contrappongono nel campo della comunicazione, in un momento altamente critico per la democrazia del nostro Paese.
Le avvisaglie di una grande battaglia per la libertà di pensiero e di espressione in Italia si stanno vedendo in queste ore. A pochi giorni dall’insediamento di un “governo tecnico” – composto da banchieri, tecnocrati e grandi esperti in economia non eletti a seguito di un consulto popolare – le manovre del potere sembrano chiare. L’amministrazione dello Stato appare nelle mani di esecutori materiali degli interessi di grandi corporation, di colossi finanziari, di multinazionali e istituti sovranazionali come il Gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale.
Per queste strutture tentacolari la Televisione ha agito nei giorni scorsi come fantastica cassa di risonanza. Ha creato le condizioni di una presa d’atto. Ha reso visibile e accettabile ciò che è stato deciso da un cervello invisibile, in grado di far passare come pacifico e necessario (per la salvezza economica di una Nazione sull’orlo del collasso) un cambio di mano del potere, repentino e contro il quale nessuno ha saputo, potuto o voluto opporsi. Qualcosa di simile a un golpe bianco, una strategia astutamente non violenta (almeno questo!) mediante la quale si instaura un governo privo del fondamentale supporto costituzionale, in quanto non scelto dagli elettori, che peraltro lo acclamano in massa in preda a una sorta di mega allucinazione collettiva.
Per questo, a mio avviso non è affatto improprio il collegamento con gli UFO e gli Alieni in TV. Per questo, l’impegno a partecipare a ogni possibile trasmissione televisiva è, a mio avviso, ineludibile.
La responsabilità di chi accetti tale invito è e resta esclusivamente sua. Se si accetta, però, si diviene automaticamente megafono di una voce di popolo che si vorrebbe soffocare e che invece diviene molto ampia e portatrice di una grande espressione corale, che supera il limite della clandestinità e delle proporzioni solo apparentemente striminzite del problema UFO nelle mani dell’intelligence, i cui terminali agiscono nelle stanze dei bottoni della comunicazione oggi come non mai.
A fronte di queste considerazioni, che restano mie personali e che quindi potrete o meno condividere, ripropongo quanto scriveva Corrado Malanga tre anni orsono, in merito alla questione: “… Non c’è stata trasmissione televisiva che negli ultimi vent’anni abbia fornito una seria informazione basata su fatti veri e rigorosamente commentati. Così, all’indomani di tali emissioni, gli ufologi italiani apparivano sempre più frustrati e delusi. Più le trasmissioni televisive divenivano scorrette, piene di errori, insabbiate, oscurate, bloccate e più gli ufologi italiani si incarognivano nel volerne fare altre. Se da un lato il pluralismo delle idee dovrebbe essere garantito, dall’altro si capisce bene come una televisione in mano al potere dei partiti politici, quali essi siano, non può permettersi di parlare diffusamente e soprattutto in modo rigoroso, del problema UFO…
Dunque in uno scenario come questo, dove, da una parte ci sono milioni di incoscienti e dall’altra decine di ufologi poco illuminati, il tutto condito da una berlusconiana politica filo statunitense, ma mi domando io, cosa vogliamo fare: una lotta contro i mulini a vento?… Questo sarebbe il rischio. Andrei a perdere del tempo ma… Il fatto che io perda tempo non vuol dire che questa non sia una azione comunque da fare, non vuol dire che non avrebbe risonanza, non vuol dire che non smuoverebbe le acque: vuole solamente dire che io non servirei ad una trasmissione del genere. Io, più volte, mi sono dichiarato favorevole alla rivoluzione vera, solo perché ritengo che con i metodi tradizionali del chiacchierare in tv, non si raggiungerà ormai più nulla.
Esporsi al confronto e al dibattito – in qualunque parterre e a prescindere dai “format” fatti di scatole chiuse nelle quali possiamo inserirci – con esperti di mentalità opposta alla nostra invece non è inutile e aleatorio. Ovvio, non sempre si ha la possibilità di partecipare a un “panel” di veri studiosi della materia. Accadde in parte su Rai2 a “Misteri” negli anni Novanta quando più volte ci capitò di confrontarci duramente con scienziati scettici, come Pacini e la Hack, o folletti del Cicap, come Polidoro. L’intento reale di questi ultimi, non era quello di informare correttamente sbugiardando dichiarazioni mendaci o fenomeni attinenti alla sfera ufologica o del paranormale, quanto piuttosto quello di smontare strutturalmente la nostra presa di coscienza sulla realtà allargata nella quale viviamo, non ristretta alle dimensioni note e sottoposta ai dogmi della scienza. In questo, la questione UFO/Alieni era e resta dominante, data la sua indimostrabilità secondo le pretese e i preconcetti degli assiomi scientifici, appunto. E furono scontri epici. Il nostro intento era quello di portare verso l’opinione pubblica l’evidenza dei fatti, il peso delle testimonianze, non proporre messaggi tranquillizzanti e narcotizzanti per le coscienze.
Malanga aggiunse che, per opporsi a questa gente c’era bisogno di scienziati che fossero dalla nostra parte. Già. Mi chiedo però chi dovrebbe farlo, se tutti latitano? In pratica gli scienziati si sono sempre tirati indietro, dichiarando che non ne volevano sapere, o non volevano sporcarsi le mani. Mera convenienza. Quindi, visto che la battaglia mediatica per noi era persa, sarebbe stato meglio starsene su internet a discettare con gli ufonauti virtuali. Non sono d’accordo.
Da diverso tempo, osservando la miserevole situazione ufologica italiana, astenersi dal confronto con le facce di bronzo del Cicap, con i rappresentanti del clero e con i portavoce dei militari vuol dire non aver capito che divulgare ciò che sappiamo in Ufologia e in Alienologia, non lo si deve fare esclusivamente nella “clandestinità” di Internet, perché così non si esprime un’appartenenza a un movimento di insieme, seppure prenda vita da un ambiente diviso e svilito. Non si può parlare solo agli addotti e per loro in esclusiva, che già vivono intensamente e sulla loro pelle la questione. Né a presunti addetti ai lavori che se ne stanno al riparo di quattro mura, mentre milioni di Italiani continuano a essere disinformati.
Si dirà, non esistono le occasioni giuste, i network fanno i loro interessi, i giochi sono chiusi e amen. Non credo. Anche opporsi per un minuto, solo un minuto alle voci che da sempre ci sovrastano e vorrebbero imbavagliarci, vale la pena. Una cosa per me è certa, dobbiamo superare il limite degli UFO e, prendendoci le nostre responsabilità, addentrarci in un territorio molto più accidentato, dove esistono insidie e ostacoli di ogni genere, quello della presa di coscienza che abbiamo a che fare con ALTRI ESSERI e con loro ci dobbiamo rapportare a ben altro livello rispetto a quello imposto da una disciplina ufologica che ha fatto il suo tempo.
Se riusciremo in questo e usciremo vittoriosi da un’innocua scaramuccia nei tempi centrifugati di un talk show televisivo della domenica pomeriggio davanti agli occhi di milioni di spettatori, beh… avremo fatto pensare e forse emozionare (il segreto è questo) non solo qualcuno, ma migliaia di persone che da noi questo si aspettano. Perché a loro non è dato di esprimersi e invece noi abbiamo ancora la fortuna e il dovere di farlo, ad ogni occasione che si presenti.
La mia speranza più grande è ancora l’unità.
Maurizio Baiata, 22 Novembre 2011
Quando la coscienza si apre, gli occhi smettono di guardare e iniziano ad osservare, proprio in quel momento si stabiliscono nuovi diritti e nuovi doveri, non soltanto verso se stessi ma anche verso coloro che in qualche modo appoggiano, sostengono o condividono la nostra riscoperta funzione su questo pianeta.
Dice bene Maurizio, anche un solo minuto, un solo gesto o una brevissima risposta possono fare la differenza, creare il presupposto, lanciare un segnale che sarà forse debole all’inizio ma che di certo rappresenterà un evento palpabile, la giusta e netta separazione tra chi veramente intende portare avanti determinati argomenti e chi dietro gli stessi argomenti si nasconde.
Non basta annunciare la volontà di costruire qualcosa rimanendo seduti ad attendere gli eventuali commenti positivi per poi sbandierarli come trofei di una battaglia alla quale non si è mai preso parte, quando si intende portare avanti un’idea, una convinzione e una scelta di vita è necessario rimboccarsi le maniche e iniziare a collocare i primi mattoni.
Di certo il contributo di Maurizio durante la sua recente apparizione televisiva è servito in tal senso, alcuni diranno che è stata una piccola cosa, quasi impercettibile, mi permetto però di ricordare che le piccole cose sono quelle che alla fine rimangono e sulle quali poggiano le grandi idee.
Ciao Maurizio. Ciao tutti. Sto imparando a scrivere con nozione di causa, ma anche con dono di sintesi. Dono non certo offertomi soltanto dall’istruzione e dall’applicazione concessami nel periodo scolastico, ma soprattutto da te, caro Maurizio, nel corso di queste fruttuosissime 3 decadi passate insieme anche e non soltanto attraverso la carta stampata o le public relations.
Riguardo il thread siglato in questo tuo post, ho da dire che purtroppo non condivido alcune tue sostanziali considerazioni. In primis, perchè sono certo ora più che mai che le coscienze non saranno risvegliate da un format televisivo. Il cuore batte ormai altrove. E i cuori si cercano e si trovano con i respiri dell’intuito e anche con la Provvidenza. O se vogliamo, semplicemente con il buon senso.
Premettendo che sono perfettamente conscio del fatto che, di contro, uno share televisivo offra, fra milioni di telespettatori, un potenziale sostanzialmente aperto anche alla spiritualità e all’apertura mentale totale su questi argomenti, la mia scelta recente di non partecipare a talk show di “un certo tipo” è ricaduta proprio nel rifiuto di cadere nel tranello operato dalla tv col proposito di metterti nel calderone per farti bollire come una gallina appena spennata. Come tu ben sai, caro Maurizio, per ben due volte, recentemente, ho rifiutato di partecipare ad una importante trasmissione di un network tra i più famosi in Italia, per via della presenza di componenti a noi noti dello scenario anti-cospirazionista nazionale. Ma per di più, avrei dovuto tenere spalla a un Cecchi Paone della situazione. Il che è troppo. Ora, stando a chi mi conosce, sapete bene che riuscirei grazie a Dio e alla mia favella, a tener testa anche a questi signori. Ma il punto è un altro. Non ne ho più voglia. Le mie energie vanno dove le energie pure si raccolgono. Tranne in casi eccezionali. Ossia: la tua presenza assieme alla mia, oppure quella di un Adriano, o un Pablo. Ecco. Nel caso di Domenica, sarei stato volentieri ospite della Panicucci anche a dispetto di altre presenze grigie. Come dire: l’unione fa la forza. Ma andare da solo e sentirmi preso in giro, dopo aver fatto chilometri di volo e di strada per entrare in una diretta con telecamere e fari bollenti puntati, no grazie. Le vie della divulgazione scorrono tranquillamente altrove. Oggi, tanto per fare un esempio, una nostrana web tv può contare anche, che so, 2000 visitatori in diretta, sapendo che tutti e duemila sono interessati (anche criticamente, perchè no) a quello che dici, come lo dici. Sono lì perchè desideravano esserci! Il discorso quindi non cambia. In un’audience televisiva media – facciamo 2 milioni di spettatori, la percentuale di interessati ricettivi al nostro discorso oscillerebbe, diciamo al 35%. Di questo 35, la metà però non capirebbe, non comprenderebbe, poichè disturbata da agenti esterni alla trasmissione stessa (la nonna che blatera: vi ricordo che siamo in una diretta di domenica… Oppure un bambino che piange o fa rumore mentre gioca, etc) che svilirebbero i connotati e i significati offerti da un nostro prezioso contributo (non dimentichiamo che i presentatori di suddette trasmissioni ci metton fretta: il tempo, il tempo… MALEDETTO TEMPO!)
Come comportarsi e cosa dire in queste trasmissioni, dunque? Attenersi come minimo ad un basso profilo dialettico, con scarsa considerazione inerente a date e dati, rivolgendosi per lo più a delle “highlights” degli argomenti portanti. Morale? Che vado a fare? Nel caso di una promozione editoriale (libro tu, riviste io) il caso di fare presenza sarebbe altra cosa e quindi la nostra partecipazione si ridurrebbe ad un onorevole ma mirato target puramente promozionale. Il che, ripeto, significa altra cosa. Concludo affermando questo: se la televisione italiana non imparerà dalla scuola statunitense in merito a talk show televisivi in cui la preparazione di base dovrebbe essere il requisito minimo richiesto per la presenza di ciascun ospite invitato, difficilmente ci equipareremo ad altri modi di fruizione dell’informazione di tematiche ancora scottanti e tabù come la divulgazione extraterrestre attraverso l’ufologia, il contattismo e l’esopolitica. La fine qualitativa di un “Mistero”, per esempio, deriva dalle sue premesse di imprimere la facile soluzione di un servizio, anzichè verificarne le sue verità. Ma se son contenti loro di questo, ben vengano altre trasmissioni simili. Intanto, sulla piattaforma Sky, quest’anno abbiamo potuto ammirare nel vero senso del termine, documentari come “Ancient Aliens” (visto anche da noi in Italia col titolo “Alieni nell’antichità”) offerti da History Channel. Per la gioia di tutti, la serie è tornata con nuove puntate. E siamo alla Terza Stagione! Il che la dice lunga. Perchè ciò significa che 1) il pubblico lo ha visto 2) il format ha avuto successo 3) l’investimento per trarne una nuova stagione ha portato benefici a tutti. 4) la diluizione del sistema INFO-TAINMENT ha avuto i suoi frutti!
Ergo: una nuova televisione è possibile. E noi la attendiamo. Quando arriverà, noi ci saremo. Spero.
Grazie per l’attenzione e grazie a te, Mau, per lo spazio concessomi.
salve a tutti mi chaimo luca piacere di conoscervi
domenica vedevo canale 5 , devo fare una piccola precisazione , mentre parlavate facevano vedere sullo schermo avvistamenti ufologici , che sono gia’ stati etichettati Fake , tipo gli ufo di londra ecc ,(so’ che pablo ayo li ha etichettati probabili a mistero) ,facendoci per me’ una pessima figura , ma’ mi chiedo questa e’ informazione Baita ?io dico di no’!
ma nessuno che stava li ha detto vedete che i video che mandate in onda non sono video di ufo extraterrestri? , allora mi sa’ che oggi piu’ che mai l’ufologia si smonta sola sola con gli ufologi , senza che i militari e cospiratori ci debbano intervenire ,l’ufologia dovrebbe essere studio no parole parole parole ,ma fatti fatti fatti …
un saluto KOSLINE
Ciao Luca, si’ lo so quello che mandavano in onda mentre parlavamo, cosiddette “immagini di repertorio” che poco ci azzeccavano con la tematica, che era quella delle abductions/contatti. Personalmente, sugli UFO di Londra avevo visto i video su youtube e mi avevano colpito, positivamente. Non mi sembrava in effetti che i passanti stessero con il naso all’insu per girare uno spot televisivo, pagati insomma come comparse. Quindi vedevano ad occhio nudo quello che poi le videocamere avrebbero ripreso, cioe’ – apparentemente – il passaggio di sfere luminose. In ogni caso, Pablo ha esperienza da vendere, ma aggiungo che di cio’ che lui fornisce alla redazione di un programma poi non e’ detto che vada tuttoin onda. Ad esempio, proprio in questa occasione, prima della diretta, e’ stato informato in mia presenza che uno dei video, mostrante una flottilla su Roma, era stato scartato perche’ “non si vedeva niente”, ovvero i punti luminosi non apparivano evidenti. E’ giusto che ognuno di noi dica la sua, ma vanno tenuti in considerazione diversi fattori. In ogni caso, tu vorresti che le TV facciano vedere, in nome dell’ufologia seria, solo UFO extraterrestri. Quindi giro a te la domanda: potresti segnalarci quali sceglieresti, come inconfutabilmente provati di origine aliena?
Grazie, Maurizio
Se anche una sola, 1, persona tra tutti gli spettatori di qualsiasi talk show rimane sensibilizzata dalle parole o dai fatti mostrati durante la trasmissione, qualsiasi sia l’impegno o il tempo messo a disposizione, quella persona può diventare nel tempo un altro “faro” di Luce e contribuire ad espandere la risonanza degli argomenti. In questo senso è estremamente importante che ci si presti alla presenza, pur sapendo di essere trattati a mo’ di guitti talvolta, sacrificando con amore il proprio Ego per la causa comune. In ballo non c’è né l’affermazione di una priorità o primogenitura nel possesso di “verità primarie”, (a meno che da queste, come dicono gli anglosassoni, non ci se ne faccia la propria vita) che invece appartengono all’Adam, né la soddisfazione del proprio orgoglio. L’Amore è la regola dell’Universo. Il servizio la caratteristica della “incoming” dimensione. Servire gli altri in ogni modo e occasione. Questo è ciò che sta per arrivare. Chi è interessato di più al “se stesso” piuttosto che agli altri, come dice Hidden Hand nella sua memorabile intervista, prenderà altri treni. Il resto è solo ordinario business economico o culturale e nei peggiori casi, psichico.