Inganno alieno sul filo della fiction
Di Maurizio Baiata
I ricercatori che si cimentano in conferenze sugli UFO sanno che un contatto visivo assai intenso e insistente con alcuni astanti, a volte cela qualcosa di drammatico: domande per loro importanti e prive di risposte. Personalmente, l’ho provato diverse volte, quando al termine degli incontri una coppia si avvicina al palco e ci si accorge erano loro a fissarvi fino a pochi istanti prima.
“Signor Baiata, può concederci un momento per favore?”.
“Certo, come posso aiutarvi?”.
“Beh, non lo sappiamo. Siamo preoccupati per gli strani sogni che fa Tommy, il nostro bambino. Ha quattro anni e al mattino ci racconta che ha sognato di aver giocato con un suo amichetto in giardino, che è un simpatico coniglio bianco”.
“Oh, capisco, giocano e cos’altro fanno?”.
“Il coniglio è buffo. Ha gli occhi grandi e neri e gli parla con dolcezza, e Tommy è felice… sa, non ha amici con cui giocare… Ma vede, non crediamo affatto che il suo amichetto sia un coniglio, o che Tommy stia sognando, perché al mattino abbiamo trovato le sue pantofoline sporche di fango ed è successo più volte. Chi è quel coniglio che lo sta portando via? Dove vanno, cosa significa questa cosa? Siamo costernati. C’è modo di fermarla?”.

Come sappiamo, è difficile rispondere. Ci hanno provato in America, soprattutto lo psichiatra John Mack e il grande esperto del fenomeno, Budd Hopkins, con il quale ho avuto modo di confrontarmi diverse volte. Hopkins, con l’aiuto di psicoterapeuti di mente aperta, a proposito dei bambini apparentemente coinvolti nelle cosiddette “esperienze di contatto” con esseri non umani, aveva elaborato un test assai efficace, denominato HIRT, teso al “riconoscimento”, ovvero al delineare una sorta di identikit dei “rapitori” sulla base della testimonianza visiva fornita dal bambino. Ne parleremo in altra sede.
Per il momento, ho voluto solo accennare al fenomeno abduction dal punto di vista di chi lo ha vissuto o vi è stato coinvolto in prima persona e che a me si è rivolto sapendo che anche io avevo vissuto qualcosa di simile. Avevano interpellato i medici, i quali spesso hanno semplicemente proposto terapie a base di psicofarmaci, altri sono incappati in famosi studiosi che hanno loro proposto le ipnosi quali soluzioni liberatorie e definitive, altri ancora sono finiti nelle mani di operatori dell’occulto e di esorcisti, con ovvie ripercussioni.
L’occasione per tornarne a parlare è il film “Il Quarto Tipo” in onda questa sera sul canale Italia2 del digitale terrestre alle 21:15 e in replica domani alle 23:15. Diretto da Olatunde Osunsanmi, “The Fourth Kind” uscì nel 2009 e negli USA fece un certo scalpore, frutto della furbesca promozione che lo aveva lanciato quale film documentario basato su esperienze reali di rapimento alieno. Come nella casistica “alien abduction”, i Grigi entrano nella mente dei soggetti prescelti e si inseriscono nella loro realtà spazio-temporale in modo impercettibile, inducono immagini e situazioni familiari alla persona, spesso utilizzando l’immagine di animali, nel film le “vittime” hanno avuto ripetute visioni di gufi, invece dei coniglietti di Tommy. Fattore intrigante della pellicola è la ricostruzione dei fatti attraverso ampi spezzoni di “docu-drama” misti alla narrazione cinematografica, alla mera fiction. Qui, vengono inserite immagini che sembrano riferite a fatti realmente accaduti in un tradizionale contesto filmico da “fanta thriller”. Milla Iovovich ne è la protagonista, la psicologa/terapeuta Abigail Tyler che conduce le sedute di regressione ipnotica ed è coinvolta nelle esperienze dei suoi pazienti in un crescendo di effetti horror basati sul “vedo e non vedo”.

È vero, nella trama de “Il quarto tipo” tutta strutturata su storie di presunto rapimento alieno, emerge di prepotenza il trauma dell’isolamento sofferto dai testimoni, e questo può essere riconducibile alla episodica a noi nota, ma nel film gli addotti vengono dipinti come emotivamente instabili e degni di essere confinati in un cella di prigione (perché sono bugiardi e criminali), in manicomio (perché sono così mentalmente sconvolti da dover essere allontanati dalla società “normale”) o nella stanza degli esorcismi (perché i preti della chiesa devono espellere i demoni). Lo sforzo di Osunsanmi, di rapportarsi a questi episodi può anche essere giudicato lodevole, ma il regista sta raccontando solo una parte della storia – che gli alieni sono cattivi e malevoli.
Peccato, perché Milla Jovovich è superlativa e tutto il cast è di alto livello.

Che il film sia solo una mera finzione, seppure del quarto tipo, chi scrive ne è ampiamente convinto. Le ricerche condotte a Phoenix dalla redazione del periodico “Open Minds” allora sotto la mia direzione, consentirono di appurare che non esisteva alcun riscontro in merito all’identità dei personaggi principali, la psicologa, dottoressa Abigail Tyler e il dottor Abel Campos della della Chapman University. Di accertato sussisteva un solo elemento: il solo obiettivo della produzione era il profitto, non certo la corretta informazione. Avevano dichiarato che era un film-documentario, ma non lo era, tutti coloro i quali vi appaiono sono attori o persone ingaggiate per ricoprire quei ruoli. Nessun testimone è reale.
Nome, la cittadina dell’Alaska dove “Il Quarto Tipo” è ambientato esiste davvero e, in anni precedenti, era stata teatro di inquietanti fatti di sangue e sparizioni inspiegabili. Probabilmente questo è l’elemento di congiunzione fra una parziale realtà e la totale fiction de “Il Quarto Tipo”.
Anche se il film mette in luce alcuni elementi comuni e “ben documentati” sulla realtà delle abduction aliene – il che contribuirebbe ad aumentare l’attenzione e la presa di coscienza almeno di alcune fasce della popolazione sul tema – purtroppo sabbiamo a che fare con un esempio di premeditata disinformazione cinematografica, progettata per incutere la paura dell’alieno malvagio nell’opinione pubblica.
Si beh… ma fatto sta che, l’alieno è malvagio! Lo è! Per lo meno, quelli che si ingeriscono di soppiatto nella nostra vita, nelle nostre case, di notte, in modo subdolo e vile. Chi è sincero si palesa nella luce. Chi non ha architetture diaboliche si presenta. Chi non ha secondi fini, non ha nulla da nascondere e viene in pace. Forse siamo noi quelli pericolosi che non saprebbero come affrontare un visitatore dello spazio che appare sui radar e dice: “we.. gente della Terra.. siamo qui, veniamo da…………e veniamo in pace”. Partirebbero subito tutti gli eserciti mondiali che, d’improvviso smetterebbero di fare le loro guerre e si unirebbero contro il presunto nemico. Ma io invece non penso che andrebbe così. Noi umani siamo così stolti e babbazzi che, accolieremmo chiunque … come già accade tra umani, vedasi il meraviglioso serial “VISITORS”. In fondo tra un’astronave aliena e un barcone.. non c’è molta differenza. Almeno, il terrestre geneticamente Arcobalenizzato non se ne accorgerebbe neppure. Cosa voglio dire? Voglio dire che, non perchè sono alieni, quindi non umani, si debba sempre e per forza giustificare ogni loro balordo comportamento. I loro comportamenti restano comunque comportamenti subdoli e schivi. Se uno ha buone intenzioni.. non viene di notte mentre dormi a fracassarti i maroni. Sto dormendo e sono vulnerabile.. porca pu…..na!! Quindi già il fatto che, un X-J che sia, violi la mia privacy, la mia casa e il mio spazio vitale è già un qualcosa che, andrebbe considerata un’invasione, se in più mi si fa pure del male, beh.. se posso scannarlo con una lama o sparargli in faccia, lo faccio senza pensarci due volte. Qualcuno direbbe: “eh.. ma sono alieni, per loro questo modo di fare è normale, loro non hanno sentimenti. Per loro noi siamo come cavie da laboratorio, come esserini inferiori da usare per scopi cosmicamente elevati a noi incomprensibili”. Esticazzi! Il male è il male. Questo si che è un concetto cosmico! Se mi fai del male, mi stai facendo del male. Non è un concetto filosofico, è un fatto! Poi sicuramente e ne sono straconvinto, negli Universi ci saranno miliardi di popoli civili, anche più di noi, pacifici e felici che, non si sognano minimamente di andare in giro per il Cosmo a rompere i c…..ni agli altri. Chi sta bene con se stesso, non rompe le palle al prossimo. Questo non è un concetto filosofico, è un fatto! Chi sta male, chi vive male, chi ha il male dentro, chi è il MALE ha come missione e fissazione quella di fare del male. E gli alieni fanno molto del male anche se, a volte pur di risultare credibili, proprio perchè sono diabolici, fanno anche del bene. Se il bene è finalizzato a portare a casa un risultato malvagio, anche il bene è male. E non voglio entrare in merito a cosa penso io su chi siano questi alieni e se sono reali quando vengono qui, perchè andrei off topic. Per il momento mi fermo qui. Grazie _LoZioPino_
Non capisco dove sta la differenza, come ci sono qua uomini malvagi, criminali, esistono anche tra uomini di altri mondi esseri negativi. Ho più paura dei miei simili che di loro. Basta preparare la gente, ad un approccio più consono con questi nostri fratelli superiori. In fondo noi siamo loro. Grazie